venerdì 19 febbraio 2016

Sanathana Dharma Ekādaśī: significato e celebrazione

Ekā significa 'uno', e daśī  significa 'dieci', quindi il significato di Ekādaśī (एकादशी - devanagari) è undici ed indica il giorno, l’undicesimo giorno di luna crescente e l'undicesimo giorno di luna calante, nel quale si osserva il digiuno e ci si dedica alla devozione.
Questo giorno è anche chiamato Hari Vasari, il giorno del Signore Hari (un altro dei nomi di Krishna, incarnazione di Viṣṇu). 
Ekādaśī è canto, meditazione e digiuno, un giorno d'austerità osservato regolarmente da coloro che seguono il Sanathana-Dharma. 
"Nel servizio devozionale ci sono alcune attività dette determinate, come il digiunare in certi giorni, ad esempio l'undicesimo giorno della luna,  Ekādaśī  e nel giorno dell'apparizione del Signore". - Swami Prabhupada (1896-1977), Bhagavad-gita così com'è, commento al verso 9.14.

Nei Padma Purana (cp.11) si narra come Nārāyaṇa (नारायण - manifestazione di Viṣṇu come Puruṣa, il Supremo), diede origine attraverso l'opera di Brahmā (ब्रह्मा) agli universi dell'Universo, agli esseri mobili e immobili, e per assegnare a ciascuno le reazioni dei propri peccati e punire i miscredenti  creò e Papapurusha  dal corpo nero e gli occhi gialli, incarnazione di ogni peccato meritevole di punizione:
- la testa era l'assassinio di un brāhmaṇa;
- gli occhi erano il consumo di sostanze inebrianti;
- la bocca era il furto di oro;
- le orecchie i rapporti illeciti con la moglie del guru;
- le braccia l'uccisione della mucca;
- il naso l'assassinio della propria moglie;
- il petto l'aborto;
- l'addome i rapporti con la sposa di altri;
- lo stomaco l'assassinio dei propri parenti;
- il collo il furto di beni accumulati;
- l'ombelico l'assassinio dei subordinati;
- la vita il glorificare se stessi;
- le cosce le offese al guru;
- i genitali il vendere la propria figlia;
- i glutei il raccontare le cose segrete;
- i piedi l'assassinio del proprio padre;
- i capelli i peccati minori.

Viṣṇu creò anche qualcuno che controllasse Papapurusa, così manifestò Pitrloka e Yamaraja il quale gli narrò le sofferenze di coloro che erano caduti nelle regioni infernali. Viṣṇu pensando di essere responsabile della loro sofferenza manifestò dal proprio corpo la dea Ekādaśī.
Ekādaśī cacciò Papapurusa.
Papapurusa si gettò ai piedi di Viṣṇu e Gli chiese un luogo dove rifugiarsi, perchè Ekādaśī lo stava per distruggere. Nella Sua bontà, Viṣṇu gli permise di rifugiarsi nei cereali e nei legumi, per questo motivo, mangiare cereali e legumi nel giorno di Ekādaśī significa nutrire il nostro corpo con Papapurusa stesso, la personificazione del peccato, invece praticando l'Ekādaśī vrata, si può raggiungere Vaikuntha, la celeste casa del Supremo Dio.

In un anno ci sono ventisei Ekādaśī ognuno dei quali ha un nome proprio, ed una storia sacra che narra il peccato che è lavato via dall'osservanza del digiuno in quel giorno, ma anche solo ascoltare o leggere i nomi dei ventisei Ekādaśī libera dai propri peccati:
1. Utpanna -> Kartik Krishna Paksha
2. Mokshada
3. Saphala
4Putrada -> Shravan Shukla Paksha
5. Sattila
6. Jaya / Bhishma - Magh Shukla Paksha
7. Vijaya
8. Amalaki --> Phalgun- Shukla Paksha
9. Paapmochani
10. Kamada
11. Varutini
12. Mohini
13. Apara -> Jyeshtha - Krishna Paksha
14. Nirjala
15. Yogini
16. Sayana / Padma
17. Kamika
18. Pavitropana
19. Aja / Annada
20. Parvartini / Parsva
21. Indira
22. Papankusha
23. Rama
24. Haribhodini / Utthana
25. Adik maas – Padmini ->Masam Adhika -
Paksha Shukla
26. Parama



La preparazione all’Ekādaśī inizia il giorno precedente, il giorno di Dasami.
 I devoti si svegliano presto la mattina, prendono un bagno ed eseguono le attività quotidiane preparandosi mentalmente alla celebrazione dell’Ekādaśī. Il giorno di Dasami il devoto prende un solo pasto, evita sale, alcool, cibo non vegetariano, rapporti sessuali e miele. 

Il giorno d'Ekādaśī è destinato al digiuno ed alla devozione totale a Viṣṇu.
Coloro che possono evitano di dormire durante la notte e vegliano eseguendo ārtī: offrendo agli dèi la meravigliosa e calda luce delle lampade al burro, simbolo della vittoria sulla Oscurità.
Lo scopo di questo giorno è avvicinarsi devotamente al Brahman (ब्रह्मन्, lett. "sviluppo") trascorrendo la giornata purificando mente e corpo. Avvicinarsi al Brahman non significa torturare il proprio corpo. 

Krishna stesso afferma che se una persona digiuna di Ekādaśī, "brucerà tutti i suoi peccati".
La rinuncia in Coscienza di Krishna è così potente da non poter essere deviata da nessuna illusione, per quanto attraente. Bisogna dedicarsi al servizio devozionale in pieno tapasya, austerità - Swami Srila Prabhupada, Bhagavad-gita 3.27.22, commento.
Ma anche se qualcuno eseguisse questo digiuno senza il giusto atteggiamento, esso è così potente che sortirebbe lo stesso l'effetto corretto.
In questa giornata (da mattina a mattina) si dovrebbero evitare sforzi fisici ed ogni attività non strettamente necessaria, si digiuna astenendosi dal mangiare ogni tipo di cereale e legumi, dai loro derivati (farine, farinacei ed olii), dai prodotti che li contengono (bicarbonato, lievito per dolci, budini, etc). Si evitano inoltre i vegetali e le erbe aromatiche con foglie, pomodori, melanzane, cavolfiore, broccoli, peperoni, fagiolini, sedano, finocchi, carciofi, cardi.
Si possono mangiare invece tutti i tipi di frutta (fresca e secca), di noci e gli olii da esse derivati, patate, zucca, cetriolo, radici, rapanelli, rafano, zucchine, limone, avocado, olive, cocco, grano saraceno, tutti gli zuccheri, curcuma.
E' possibile anche osservare un digiuno parziale astenendosi da cibo non vegetariano, cibo a base di riso ed altri cereali, legumi, cipolla ed aglio
A volte il digiuno di Ekādaśī è indicato per due giorni consecutivi. I devoti che  appartengono alla tradizione VaishnavaSmartha (seguaci del filosofo e teologo indiano Adi Shankara, VIIIsc ) osservano solitamente il digiuno solo il primo giorno. Il digiuno è osservato il secondo giorno dai Sanyasis, dalle vedove e da coloro che vogliono ottenere la Liberazione o Moksha. Digiunano entrambi i giorni quei devoti che cercano l'amore e l'affetto di Lord Viṣṇu.

Il giorno dopo Ekādaśī è il giorno di Dwadasi.
Parana significa rompere il digiuno. L'Ekādaśī Parana è ossevato durante il primo terzo delle ore diurne del giorno successivo ad Hari Vasari: a volte occorre aspettare qualche tempo dopo l'alba, altre volte si rompe il digiuno subito dopo l'alba. L'importante è  interrompere il digiuno nel tempo che intercorre tra la fine di Hari Vasari (quando sorge l'alba) e il termine del  Dwadasi Tithi (quando tramonta la luna), interromperlo diversamente sarebbe un'offesa.

Fonti:
Bhagavad-gita 
-----

Rathnai Kalpitham asanam, Himajalai snanam cha divyambaram, Naana rathna vibhooshitham mruga madha modhanvitham Chandanam, Jathi champaka bilwa pathra rachitham, pushpam cha doopam thathaa, Deepam deva dayanithe pasupathe, hrud kalpyatham gruhyatham. (Adi Sankaracharya, Shiva Manasa Puja)

#hinduism #sanathhanadharma #induisimo #religione #ekadashi #vrat #mahabharata #krishnapaksh #vishnu #pakshashukla #digiuno #dwadasi #
Papapurusa #bhagavadgita 


#blogger #hinduism #induismo  #sanathanadharma #lunacrescente #lunacalante #ekadashi #vishnu #
papapurusa #digiuno #vrata #religione #lunacalante #lunacrescente

Nessun commento: