mercoledì 13 dicembre 2017

Cristianesimo: Santa Lucia ed i Suoi Occhi

Lucia nasce a Siracusa tra il III e il IV secolo. Di nobili origini, Lucia vede la sua infanzia tragicamente segnata dalla morte del padre, da allora Lucia trascorrere la sua infanzia sotto lo sguardo e le cure affettuose della madre Eutichia. Non ama la vita oziosa e spensierata che conducono i giovani dell’ambiente ricco e patrizio. Educata alla rettitudine, alla pietà e alla carità, Lucia si apre dolcemente alla luce suprema del Vangelo e nel suo cuore si faceva strada il desiderio sempre più intenso e prepotente di consacrarsi interamente al suo celeste Sposo.

Adolfo Wildt (1868-1931) Santa Lucia


venerdì 8 dicembre 2017

Cultus Deorum: Tiberinus/Tiberis e Tiberinalia

Il dio Tiberinus o Pater Tiberis come era invocato dai Sacerdoti del Culto Romano il dio fluviale del Tevere.
Leggenda vuole che Tiberinus (Silvius) fosse un mortale figlio di Ianus (l'Antico Dio Italico dai due volti del sole e delle transizionidella ninfa Giuturna (sorella di Saturno e Signora delle acque), oppure il nono dei leggendari re albani che annegò, per una ferita in battaglia o per distrazione, nel 916 a.C.E. nell'allora fiume di Albula poi rinominato in suo onore Tiberis (Tevere). Divenuto dio sposò Manto, figlia dell'indovino tebano Tiresia che costretta ad abbandonare la città nativa, cercò rifugio nella penisola italica. Sulle rive del fiume Tevere, Manto incontrò il giovane dio del fiume forte e buono, che viveva in un palazzo sotto l’acqua, ma che doveva cacciare e cavalcare per i boschi vicini. Dall'unione di Tiberinus e Manto nacque Ocnus, bello come la madre, robusto e generoso come il padre, che divenne il fondatore e primo re della città di Mantova (così chiamata in onore della madre).


venerdì 17 novembre 2017

SanathanaDharma: Amāvāsyā

 अमावस्या = Amāvāsyā -> in sanscrito ha due significati: dimorare insieme (amā= insieme e vásyadimorare o convivere) oppure non c'è luna (na = no"+ ma = Luna + asya = Lì).
Poetica l'unione dei due significati: condividere, stare insieme quando non c'è la Luna.




mercoledì 15 novembre 2017

SanathanaDharma: Utpanna Ekadashi

Utpanna Ekādaśī  è il Krishna Paksha Ekādaśī dopo Kartik Poornima (la Luna Piena del mese di Kartik, ottobre-novembre).
E' l'Ekādaśī madre di tutte le Ekādaśī perché si ricordano gli eventi che portarono alla nascita di questo giorno, per questo molti devoti che desiderano impegnarsi ad osservare il digiuno annuale delle ventisei Ekādaśī iniziano da oggi, Utpanna Ekādaśī
(Appunti sul giorno di Ekādaśī potete leggerli qui).
Ad ogni giorno di Ekādaśī è legato una leggenda, una storia edificante legata al significato ed alle benedizioni che l'osservanza di questo vrat porta nella vita dei devoti che lo osservano. Di seguito  il mito legato ad Utpanna Ekādaśī che è noto come Ekadashi Mahatmya.

 
PhotoCredit: holydhan.com

sabato 11 novembre 2017

SanthanaDharma: Kalashtami / Kalabhairav ​​Jayanti e Kalabhairav Ashtakam

Kalashtami o Kala Ashtami è osservato ogni mese al Krishna Paksha Ashtami Tithi, l'ottavo giorno di Luna Calante: in questo giorno, il più adatto per propiziare il Signore Kaal Bhairav, i devoti adorano il Signore Bhairav ed osservano un digiuno per compiacerlo. E' considerato di massimo auspicio quando cade di domenica o di martedì, poiché sono giorni dedicati a Lord Bhairav.
Dei dodici Kalashtami che ricorrono in un anno quello che cade nel mese di Margashirsha (novembre - dicembre) è il più sacro ed è noto come Kalabhairav Jayanti.

Kala è tempo in hindi, mentre Bhairav, manifestazione di Shiva: Dio del Tempo.



sabato 4 novembre 2017

SanathanaDharma: Dev Diwali - Dev Deepawali

Dev Deepawali, il Diwali degli Dèi, si crede che in questo giorno gli dèi discendano dal cielo per bagnarsi nelle acque di Mata Ganga. Ma Dev Diwali celebra anche la vittoria del Signore Shiva su Tripurasura. Varanasi nella notte di Kartik Poornima (Luna Piena del mese di Kartika, ottobre-novembre) si illumina a giorno lungo le vie della Sacra Città e lungo i gradini che discendono nelle Sacre Acque. 

mercoledì 1 novembre 2017

SanathanaDharma: Tulsi-Tulasi Vivah

Il Tulsi o Tulasi Vivah celebra l'unione fra lord Vishnu, nella foma aniconica dello Shaligram, e Tulsi, pianta di Basilico Sacro incarnazione di Maha Lakshmi. 

Meerabai's Tulsi Pooja in 1940 India Bengal Poster

martedì 31 ottobre 2017

Samonios, Samhain, All-Hallows-Eve

Gli Antichi Celti credevano che a samonios, la notte della vigilia di ogni nuovo anno tutte le leggi dello spazio e del tempo fossero sospese, permettendo agli esseri magici di vagare nel mondo per attirare gli umani e farli perdere in mondi incantati, dove sarebbero rimasti intrappolati per sempre e che gli spiriti dei morti nel corso dell’anno precedente tornassero per cercare di impadronirsi dei corpi dei viventi. Per questo motivo al crepuscolo veniva acceso il fuoco con il quale si bruciavano offerte, si facevano scongiuri e si lanciavano incantesimi per allontanare dal villaggio le anime dei morti, e guidarle nelle Terra dei Morti. Una volta tramontato il sole invece in alcune regioni, in particolare nelle Highlands scozzesi, i giovani uomini percorrevano i confini delle fattorie, dopo il tramonto, tenendo in mano delle lanterne fiammeggianti ottenute svuotando barbabietole o rape, mentre nei villaggi veniva spento ogni focolare per evitare che gli spiriti maligni venissero a soggiornarvi. 

domenica 15 ottobre 2017

Sanathana Dharma: Rama Ekadashi

Rama Ekadashi (o Rambha Ekadashi o Kartik Krishna Ekadashi) ricorre nella undicesima notte di Krsna Paksha (Luna Calante) del mese di Kartik, quattro giorni prima delle celebrazioni di Diwali, il festival delle luci.


giovedì 5 ottobre 2017

SanathanaDharma: Sharad Purnima Kojagari Pooja

Si celebra il giorno di  Purnima (Luna Piena) del mese di Ashwin (settembre-ottobre) è la Festa del Raccolto, la fine della stagione delle piogge ed il Kojagaari, il compleanno della dea Lakshmi.

Ritual Painting for Mahalakshmi Pooja. Probably made in Madhubani District, Bihar.
Date: Late 19th century.
 Philadelphia Museum of Art. 
In questa notte la dea Lakshmi visita le case dei devoti ed i templi  domandando: 
Kojagarti? 
Chi è sveglio? 

mercoledì 4 ottobre 2017

Cultus Deorum: Ieiunium Cereri (Kerres) - Digiuno a Cerere

Il culto alla frugum matres era antecedente alla religione romana, già i popoli osco umbro sabelli le rendevano onore con il nome di dea Kerres (dalla radice Ker) "colei che ha in sé il principio della crescita". Nella mitologia romana la dea Kerres diviene la dea Cereres, nume tutelare dei raccolti protettrice delle nascite e Mater Larvarum "Madre degli Spettri", che celebra il suo presiedere il Caereris Mundus nel corso dei Dies Religiosi, quando ogni attività pubblica era sospesa perché l'apertura del Mundus metteva in comunicazione il mondo dei vivi con quello sotterraneo dei morti.

Ceres, Augustin Pajou 1768-70

martedì 26 settembre 2017

Cultus Deorum: Natale di Venus Genitrix ed il suo Tempio a Roma (26 settembre)

Venus, Afrodite per i greci, in origine era una dea italica della vegetazione primaverile, personificazione del desiderio del sentimento amoroso e della bellezza, i romani le diedero un grandissimo numero epiteti corrispondenti ad altrettanti aspetti e funzioni, fra questi l’aspetto di Venus Genitrix, che vince il male, restituisce la pace e dona fertilità.

Nata nella spuma del mare dal seme di Urano, quando i suoi genitali caddero in mare a causa dalla castrazione a cui lo sottopose il figlio Saturno per vendicare la madre Gea, sposa del dio del cielo, giunse sulla riva in una conchiglia sospinta dal vento e dalla brezza marina.
Il suo corpo presenta sette caratteristiche di bellezza, o difetti, o buchi o ali:
capelli biondi con colore differente all'attaccatura;
dito medio della mano più lungo del palmo;
rughe a circonferenza sul collo;
il secondo dito del piede più lungo dell'alluce;
lo strabismo;
linee addominali oblique;
due piccoli incavi simmetrici all'altezza delle natiche. 

Sono a lei sacre il mirto, la rosa, il melo e il papavero; e poi la lepre, il delfino, il cigno (simbolo di  bellezza ed eleganza), il passero e la colomba (simbolo dell'amore).

Pompei



 Il tempio di Venus Genitrix fu voluto da Caio Giulio Cesare (100 a.C.E.- 44 a.C.E), conquistatore della Gallia. Il tempio rientrava in un progetto di ampliamento del Foro Romano, inaugurato nel 46 a.C.E. e riguardante la costruzione di una lunga piazza circondata sui tre lati da portici ed, addossato al colle capitolino, il tempio a Venus Genitrix, la quale era madre divina dell’eroe traiano Enea[1], che raggiunta la costa laziale diede origine alla gens Iulia, dalla quale Cesare discendeva. Attraverso quindi la costruzione del tempio a Venus Genitrix, Caio Giulio Cesare ringraziava la Dea per le vittorie ottenute in guerra e celebrava se stesso e le sue divine origini. 

La costruzione del Tempio inaugurò un nuovo stile architettonico, nato dall'unione dello schema greco/ellenistico dell'agorà alla classica struttura romana del tempio su podium, davanti al tempio Cesare avesse fece posizionare una statua che lo rappresentava a cavallo del suo destriero personale, come ci racconta Gaio Svetonio Tranquillo (70-126 C.E) nel suo De vita Caesarum. 
I giochi e le feste indette per la consacrazione del tempio furono interrotte dalla morte di Cesare e quando ripresero per iniziativa di Augusto (63 a..C.E.-14 C.E.) una leggenda narra che nel cielo apparve una grande cometa: l’anima di Cesare, dissero i romani. 


Tempio ottastilo, cioè con otto colonne sul fronte ed otto sui lati lunghi ma privo di colonne sul retro, in stile corinzio, elevato su un alto podio, in marmo bianco lunense. Si accedeva al tempio tramite due scale laterali confluenti in una scale frontale che occupava il settore superiore del podio. Sopra l’architrave correva un fregio sontuoso, decorato da girali di acanto. La cornice sovrastante riccamente lavorata terminava con un motivo di delfini con code intrecciate introno a tridenti, con un richiamo a Venus nata dalla spuma del mare e portatrice dell’amore, di fertilità e ricchezza evocata dai rigogliosi girali di acanto del fregio.
I muri della cella erano ricoperti da pannelli di marmo bianco che scandivano verticalmente le pareti, ed incorniciate da motivi vegetali e piccoli putti con le ali o amorini in molteplici atteggiamenti. Il tema degli amorini tauroctoni, due amorini affrontati in atto di sacrificare tori e quindi ministri di un sacrificio celebrato in onore della Dea, pare sia stato appositamente creato per questo tempio ....



 ... amorini, dalle gambe trasformate in foglie di acanto, depongono offerte in un incensiere sostenuto da un elegante candelabro posto al centro della composizione.


 Le colonne sorreggevano un sontuoso fregio-architrave in marmo bianco lunese, nel quale ritroviamo i temi degli amorini recanti oggetti-simbolo delle divinità dell’Olimpo rappresentati perché rendessero omaggio a Venus. Sul lato frontale una terza serie di pannelli raffiguranti amorini stanti leggermente di tre quarti, che sorreggono ghirlande di fiori e frutta dalle quali si snodano nastri dall’andamento sinuoso. Amorini incorniciavano anche la porta d’ingresso sottolineando lo stretto legame tra Eros e Venus, gli amorini erano infatti personificazioni di Eros, figlio di Venus e Marte, dio dell’amore, capriccioso e scaltro, crudele e spietato. Il portale del tempio era decorato da rigogliosi tralci d’uva, piccoli animali nascosti dalle foglie lussureggianti. La stessa decorazione era riprodotta in una lastra raffigurante un pergolato con tralci di vite simili al di sotto del quale si trovava un recipiente per il vino sormontato da una maschera teatrale ed affiancato da una pantera, con chiari riferimenti a Bacco [2] che completa l’apparato simbolico relativo alla Dea che porta prosperità, ma induce anche verso il prevalere dell’istinto sulla ragione. L’interno del tempio era costituito da una cella a navata unica conclusa sul fondo da un’abside che ospitava la statua di Venus Genitrix, andata distrutta e sostituita con una copia in terracotta di un originale bronzeo attribuito a Callimaco (Vsc a.C.E) raffinato scultore ed architetto greco, opera dello sculture greco neo-attico Archesilao. Al fianco della statua della Dea, ora conservata al Museo del Louvre a Parigi, era collocata un’effigie dorata di Cleopatra. Oltre a contenitori con gemme incise, arricchivano il tempio due quadri di Medea ed Aiace, donati da Cesare sempre, incorniciati in una decorazione architettonica applicata alle pareti.


Danneggiato nell’incendio del Campidoglio nell’80 C.E. fu ricostruito dall'imperatore Traiano (53 C.E.-117 C.E.) seguendo schema architettonico e temi decorativi originari, e nuovamente dedicato nel II sc.
 Nel rifacimento  (53 a.C.E. - 117 a.C.E.) le colonne del tempio inquadravano nicchie monumentali, sormontate da piccoli timpani in marmo bianco ospitanti statue ed opere d’arte che facevano del tempio un vero e proprio museo. Lo storico romano di lingua greca Cassio Dione (155-229) nella sua Storia Romana ricorda una statua di Cesare dedicata da Ottaviano (63 a.C.E.-14 C.E.), ed una statua collocata, in un’edicola a sé stante, dal terzo imperatore romano Caligola (12 C.E. – 41 C.E.) della sorella Drusilla (18 C.E.-38 C.E.) per la quale nutriva un grande amore, tanto che alla sua morte l'imperatore la divinizzò come Diva Giulia. Gli storici Tacito (55-120 C.E.) e Svetonio (70-126 C.E.) i due fratelli avevano rapporti incestuosi. Un ordine diverso architettonico nella decorazione e nelle dimensioni esaltava due punti salienti della cella: l’abside, delimitate da paraste (elemento strutturale architettonico inglobato nella parete dalla quale sporge leggermente), da lesene (anch’esso elemento strutturale architettonico inglobato nella parete dalla quale sporge leggermente ma dalle sole funzioni decorative), ed il lato d’ingresso dove due colonne che sorreggevano fusti in porfido più piccoli di diametro delle basi sormontati da capitelli compositi, inquadravano all’interno il grande portale di accesso all’aula di culto. Il completamento della zona absidale è probabilmente di età adrianea con i pannelli con un solo amorino. La ricca decorazione architettonica e scultore della cella era completata da una pregiata pavimentazione in lastre di marmo “a grande modulo” (Federico Guidobaldi): lastre rettangolari incorniciate da fasce di paonazzo larghe un piede e mezzo con quadrati di risulta ai vertici delle lastre rettangolari. Pronao (il portico colonnato posto di fronte alla cella templare) e peristasi (porticato colonnato, di solito quadrangolare che circonda, la cella, naos.) erano pavimentate in lastre di marmo lunense senza motivo decorativo, ma non in asse con le colonne, bensì l’elemento di riferimento era l’abside in fondo della cella: questo fa del tempio di Venere Genitrice un edificio prototipale nell’architettura templare, che diverrà canonico nelle basiliche paleocristiane. 


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Note:
[1] Enea, figlio del mortale Anchise, cugino del re di Troia, principe dei Cardani, e della dea Venere, protagonista dell'Eneide del poeta romano Virgilio (70 a.C.E.-19 a.C.E.), fu esempio di uomo obbediente agli dèi e umile di fronte alla loro volontà.
[2] Bacco, il greco Dionisio, era dio del vino, della vendemmia, e personificazione di quelle energie che permettevano la maturazione dei frutti. Era raffigurato come un uomo col capo cinto di pampini, ebbro reggente spesso in mano ha una coppa di vino.

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 Fonti: 
M. P. Del Moro, M. Milella, L. Ungaro, M. Vitti, Il Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano, Mondadori Electa, Milano, 2007. 
F.Coarelli, Guida archeologica di Roma, Arnoldo Mondadori Editore, Verona, 1984. 
P.Maisto M.Vitti, Sotto il segno di Venere, in Archeo, Anno XXVII, n.ro 8 (318), Agosto 2011, pp.38-53. 

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giovedì 21 settembre 2017

Sanathana Dharma - Navratri le nove notti di Durga.

La Festa di Durga Navratri (= nove notti) é celebrata durante la luna nuova d’Ashwin (settembre/ottobre). 

Credit Line: Edwin Binney 3rd Collectio, The San Diego Museum of Art, USA.

mercoledì 20 settembre 2017

Ebraismo: Rosh-ha-Shana (il Capo dell'Anno)

Rosh-ha-Shana ראש השנה significa in ebraico letteralmente capo dell'anno ed infatti è il primo giorno dell'anno ebraico e ricorre il primo giorno del mese di Tishri (settembre-ottobre), centosessantadue giorni dopo il primo dei giorni di Pèsach, la Pasqua Ebraica e nel calendario gregoriano non può cade tra il 5 settembre ed 5 ottobre, mai di giovedì, venerdì o domenica. Segna l'inizio dell'anno commerciale, legale, religioso, civile e vi si fa riferimento per calcolare l'anno sabbatico ed il giubileo. 

Rosh-hashana Tease, Micha Elson


sabato 16 settembre 2017

Cristianesimo - Stabat Mater (Mater Dolorosa da un Graduale delle domenicane bolognesi)




 
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venerdì 15 settembre 2017

Cristianesimo - Ritrovamento e Venerazione de "La Vera Croce"

Quando l'imperatrice scorse il luogo in cui il Salvatore aveva sofferto, immediatamente ordinò che il tempio idolatra che lì era stato eretto fosse distrutto, e che fosse rimossa proprio quella terra sulla quale esso si ergeva. Quando la tomba, che era stata così a lungo celata, fu scoperta, furono viste tre croci accanto al sepolcro del Signore. Tutti ritennero certo che una di queste croci fosse quella di nostro Signore Gesù Cristo, e che le altre due fossero dei ladroni che erano stati crocifissi con Lui. Eppure non erano in grado di stabilire a quale delle tre il Corpo del Signore era stato portato vicino, e quale aveva ricevuto il fiotto del Suo prezioso Sangue. Ma il saggio e santo Macario, governatore della città, risolse questa questione nella seguente maniera. Fece sì che una signora di rango, che da lungo tempo soffriva per una malattia, fosse toccata da ognuna delle croci, con una sincera preghiera, e così riconobbe la virtù che risiedeva in quella del Signore. Poiché nel momento in cui questa croce fu portata accanto alla signora, essa scacciò la terribile malattia e la guarì completamente [...]  fece trasportare parte della croce di nostro Signore a palazzo. Il resto fu chiuso in un rivestimento d'argento e affidato al vescovo della città, che fu da lei esortato a conservarlo con cura, affinché potesse essere tramandato intatto ai posteri - Teodoreto di Cirro (393-458ca), Storia Ecclesiastica, XVII capitolo.

Storie della Vera Croce, Piero della Francesca (1416-1492), Basilica di San Francesco, Arezzo, Italia, 1452-1466

... davanti a lui viene posta una tavola coperta di un panno di lino; i diaconi stanno in piedi attorno alla tavola, e vengono portati uno scrigno argentato in cui si trova il sacro legno della Croce e la condanna, e posati sul tavolo. Lo scrigno viene aperto e [il legno] viene preso, e sia il legno che la condanna vengono posati sul tavolo. Ora, quando viene messo sul tavolo, il vescovo, sedendosi, mantiene con fermezza le estremità del sacro legno, mentre i diaconi fermi tutto attorno lo sorvegliano. Esso viene così sorvegliato perché è tradizione che le persone, sia i fedeli che i catecumeni, vengano una alla volta, inginocchiandosi davanti al tavolo, per poi baciare il sacro legno e allontanarsi. E a causa di ciò, non so quando successe, si dice che qualcuno abbia morso e quindi rubato una scheggia del sacro legno, ed è quindi sorvegliato dai diaconi che stanno tutt'attorno, nel caso che uno di quelli che vengono dovesse tentare di farlo di nuovo. E quando le persone passano una ad una, tutte inchinandosi, toccano la Croce e la condanna, prima con la fronte e poi con gli occhi; poi baciano la Croce e passano, ma nessuno stende la mano per toccarla. Quando hanno baciato la Croce e si sono allontanati, un diacono regge l'anello di Salomone e il corno con cui venivano Consacrati i Re; baciano il corno e guardano l'anello - Egeria (IV-Vsc), Itinerarium Egeriae

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venerdì 25 agosto 2017

Cultus Deorum: Opiconsivia, Opis (25 agosto)

Opis -> latino, sostantivo femminile = ricchezza, abbondanza, doni, munificenza. 
-> ǒpŭs = lavoro agricolo -> un'attività sacra scandita da rituali per ottenere la benedizione delle divinità ctonie come Opis e Consus, dio del seme del grano, del quale in epoca arcaica era prima madre e poi ne era inseminata, per poi divenire in epoca tarda (quando fu introdotta la religione ellenica a Roma, perché la mitologia romana necessitava di una coppia divina corrispondente all'ellenica Cronus e Rhea) sposa del dio Saeturnus.
Consivia = che semina, latino arcaico dal verbo transitivo conserere, consěro. 

Opiconsivia = seminare la ricchezza.

Opis, dea primigenia della Terra di origini sabine, proteggeva e presiedeva la mietitura, la cultura, la semina e la conservazione del grano. Al suo altare, interrato, si offrivano primizie del raccolto.
Opiconsivia si celebrava nel sacrario ad Opis, presso la Regia, dove potevano entrare solo il  flamen quirinalis e le Vestali con il capo coperto dal suffibulum (= velo bianco orlato che ricopriva interamente il capo lasciando scoperto solo la fronte e l'attaccatura dei capelli).
Il rituale è tutt'ora sconosciuto, ma si è conoscenza del fatto che per il sacrificio e le libagioni era utilizzato il praefericulum, un vaso di bronzo aperto in alto simile ad un patera.


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Religione Romana: Mundus Patet de Mundus Cereris

Mundus. Lingua latina. Sostantivo maschile: universo, mondo abitato, terra, inferi. Aggettivo: pulito, privo di impurità. 
Cereris = di Cereredea romana della terra, dell'agricoltura, e della nascita.

I Riti Misterici del mundus Cereris erano svolti dalle sacerdotesse delle dea Cerere in tre soli giorni all'anno (24 agosto, 5 ottobre, 8 novembre quando i morti potevano tornare nel mondo dei vivi, ed il mondo dei vivi comunicare con quello dei morti) ed avevano uno scopo purificatorio, propedeutico alle feste dei giorni (Opiconsivia) e mesi successivi (Saturnali e Natale del Sole Invictus); iniziatico; ctonio (culti e pratiche taumaturgiche o sciamaniche legate alla vita dopo la morte ed al ciclo delle stagioni). In questi giorni di mundus patet (patet accesso aperto) al mundus Cereris tutti i templi della città erano chiusi, nessun altro rito o devozione era celebrata, nessun matrimonio era officiato, nessuna guerra o battaglia combattuta.
I Riti erano celebrati nel Mundus, un tempio sotterraneo, la cui forma era quella di un utero rovesciato, posto all'interno del Santuario della Dea. Le Sacerdotesse interrogavano gli spiriti dei morti e gettavano le offerte di fruges, cereali sacri a Cerere, nel profondo Pozzo (luogo di unione tra il Mondo di Sopra ed il Mondo di Sotto) scavato là dove si incrociano i due assi ortogonali che gli antichi romani chiamarono decumanus cardo, lungo i quali si sviluppava il piano urbanistico della città. Il pozzo era ricoperto da una volta (simbolo del cielo e dell'universo) e chiuso da grandi lastre di pietra, le lapis manalis, che erano spostate prima del culto e che impedivano ai Mani di uscire nel mondo dei vivi.



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mercoledì 23 agosto 2017

Religione Romana - Volcanalia, Volcanal, Vulcano (23 agosto)


Volcanalia erano una festività della Religione Romana inclusa nell'antico calendario sacro che si celebrava il 23 agosto (Sextilis o sesto mese,rinominato in onore del primo imperatore romano Octavianus Augustus, 63 b.C.E. – 14 C.E.).



La celebrazione avveniva nel Volcanal, uno dei santuari più antichi di Roma.
L'Area Volcanisi trovava fuori dal pomerium della Roma antica a sud-est del Campidoglio, dove era stata combattuta la battaglia tra romani e sabini nel 753 b.C.E. (a causa del rapimento compiuto da Romolus, 771-716 b.C.E., ed i suoi delle donne sabine). Costruito su un terrapieno che sovrastava il Comitium di cinque metri, il Tempio originariamente aveva una grande estensione, poi ridimensionata dalla costruzione del tempio tiberiano alla Concordia (304 b.C.E.) e dall'Arco di Septimius Severus (146-211) costruito all'inizio del III sc.

Il culto al dio Vulcano trovava nel dio etrusco Velchans la sua origine, esso presiedeva il fuoco del vulcano e delle solfatare ... non era il placido fuoco di Vesta che scaldava e nutriva, ma bensì il potente distruttore che troverà la sua "naturale" razionalizzazione nell'essere il dio della guerra. Eppure nei tempi antichi il suo culto era connesso con la Bona Dea, con la fertilità dei campi e le feste del raccolto, e anche col culto dei morti e degli antenati, perché secondo l'archeologo tedesco Friedrich von Duhn (1851-1930) nel santuario erano bruciati i corpi dei morti.

Per la sicurezza di Roma i Volcanali dovevano essere celebrati fuori dalle mura della città, perché secondo quanto scrive Plinio il Vecchio (23-79 C.E.), in questi giorni usciva fuoco dalla terra.

La mattina della festa di Volcanal le stoffe che decoravano il lararium (luogo della casa romana preposto alla devozione agli déi), erano lavate ed asciugate al sole. Quindi si svolgevano i Ludi Piscatorii, giochi in onore dei pescatori del Tevere, sull’altra riva del fiume rispetto alla città. Poi nel fuoco perenne acceso al tempio al dio Vulcano erano gettati piccoli pesci vivi pescati nel fiume, al posto di anime umane. La celebrazione terminava con il sacrificio di un cinghiale e un bue dal manto rosso-bruno.

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mercoledì 16 agosto 2017

Sanathana Dharma - Rohini Vrat

Rohini Vrat si osserva nel giorno in cui Rohini Nakshatra ( conosciuta in occidente con il nome arabo di al-adebarān (= colei che segue). È una stella arancione posta a 65 anni luce dal Sole nella costellazione del Toro, una delle ventisette stelle, Nakshatras, che segnano il percorso compiuto dalla Luna nel percorrere la sua orbita intorno alla Terra) è maggiormente visibile dopo l'alba.
Rohini Vrat è un digiuno osservato, continuando la routine quotidiana, dalle donne sposate della comunità Jaina a beneficio dei loro mariti, perché abbiano buona salute, lunga vita, benessere materiale e spirituale. Anche le mogli ne hanno un beneficio: insegna loro pazienza, tolleranza, armonia, a sopportare le difficoltà della vita e dimostrare comprensione, aiuta a chiarire i malintesi tra la coppia e promuovere un rapporto armonioso e la felicità in famiglia.

Il digiuno comincia il giorno di Rohini dopo la pooja alla murti di Bhagvan Vasupujya, uno degli ventiquattro Tirtankaras, Colui che ha compreso la vera natura del Sé, conquistato il saṃsāra, e che aiuta a raggiungere la liberazione (moksha).
Chi osserva il Rohini Vrat ogni ventisette giorni per cinque anni e cinque mesi, non conoscerà dolore, povertà e migliorerà la qualità della vita famigliare.






Rathnai Kalpitham asanam, Himajalai snanam cha divyambaram, Naana rathna vibhooshitham mruga madha modhanvitham Chandanam, Jathi champaka bilwa pathra rachitham, pushpam cha doopam thathaa, Deepam deva dayanithe pasupathe, hrud kalpyatham gruhyatham. (Adi Sankaracharya, Shiva Manasa Puja)

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martedì 15 agosto 2017

Cristianesimo- Dormizione ed Assunzione della Vergine Maria

[1] ... Al di là di ogni parola e al di sopra di ogni pensiero, grandi e mirabili sono i misteri della sempre vergine Maria vera madre del nostro vero Dio e salvatore Gesù Cristo: il verginale concepimento, la generazione senza corruzione, Dio che si incarna in lei e da lei nasce nella forma umana e soprattutto il glorioso e mirabile mistero della sua dormizione.[2] Quando Maria seppe dal Signore che stava per uscire dal corpo, il grande angelo andò da lei e le disse: "Maria, alzati, prendi questa palma datami da colui che ha piantato il paradiso e dalla agli apostoli affinché la portino cantando inni davanti a te; di qui a tre giorni, infatti, deporrai il corpo. Ecco ch'io invierò da te tutti gli apostoli e non ti lasceranno più fino a quando non ti avranno trasportata nel luogo ove tu sarai nella gloria"
Così Giovanni il Teologo inizia il suo Vangelo Apocrifo la Dormizione della Beata Vergine Maria dove narra gli ultimi giorni, la morte ed assunzione della Madre di Gesù. Così continua:

Dormitio Virginis, Affresco, 1475, Anonimo, Cattedrale di Troia, Italia

Inno ad Atena

Oh Atena,
Poliade, Ergane, Leitis, Peana, Zosteria, Anemotis, Promachorma, Pronea, Pronoia, Xenia, Larissea, Oftalmitis, Cissea, Mantide, Aitia, Agoraia, Nike, Parthenos, Promachos Glaucopide, Alalcomeneide, Minerva Cecropia, Alea, Apaturia, Armata, Colocasia, Crisia, "Dai giusti meriti", Guerriera, Itonia, Lafria, Madre, Narcea, Onga, Coronide
Pallade unigenita,
augusta prole del grande Zeus,
Divina, Dea beata, che susciti la guerra,
dall'animo forte, indicibile, di gran nome,
che abiti negli antri,
che governi le alture elevate dei gioghi montani
e i monti ombrosi,
e rallegri il tuo cuore nelle valli,
godi delle armi,
con le follie sconvolgi le anime dei mortali,
fanciulla che estenui, dall'animo che incute terrore,
che hai ucciso la Gorgone, che fuggi i talami,
madre felicissima delle arti,
eccitatrice, follia per malvagi per i buoni saggezza;
sei maschio e femmina, generatrice di guerra, astuzia,
dalle forme svariate, dracena, invasata,
splendidamente onorata,
distruttrice dei Giganti Flegrei,
guidatrice di cavalli, Tritogenia, che sciogli dai mali,
demone apportatore di vittoria,
giorno e notte, sempre,
nelle ore piccole ascolta me che prego,
da la Pace molto felice e sazietà e salute,
inventrice delle arti,regina molto pregata.
(Inni Orfici alla Regina del Cielo, la dea vergine Atena)




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Fonti:
Collin de Plancy, Dictionnaire infernal: ou Répertoire universel ..., Paris, Henri Plon Éditeur, 1863.
Sabatino Moscati a.c.d., L'alba della civiltà, Torino, Edizioni UTET, 1976, 3 volumi.
Sabatino Moscati, Antichi imperi d'Oriente, Roma, Edizione Newton & Compton, 1997.
atena, 15 agosto, pallade, regina del cielo, inni orfici, pantheon greco

lunedì 14 agosto 2017

Sanathana Dharma: Kṛṣṇa Janmashtami


Festa che celebra la nascita di Kṛṣṇa, ottava incarnazioni di Viṣṇu, in realtà nella  Bhāgavata Purāṇa è detto che "Kṛṣṇa è l'Essere Supremo stesso."

Secondo quanto narrato nelle Viṣṇu Purāṇa (V, 1, 59-63) Bhagavat, la Persona Suprema, si strappò due peli dal corpo, uno nero e uno bianco: dal pelo bianco deposto nel grembo di Rohini, seconda moglie di Vasudeva, nacque Balarāma; dal capello nero deposto nel grembo di Devakī nacque  shree Kṛṣṇa, a mezzanotte dell'ottavo giorno di luna calante del mese di Bhadrapada (agosto-settembre) nella città di Mathura, città situata lungo le rive del fiume Yamunā, ottavo figlio di Devakī e Vasudeva suo marito.
"L'incantatore mistico delle anime" nacque con quattro braccia, tenendo in mano conchiglia, mazza, disco e fiore di loto, tatuato con la Shrivatsa, indossando una collana con la divina pietra Kaustubha sacra a Viṣṇu, vestito di seta gialla, abbagliante come una nube luminosa, con una corona adornata con le pietra Vaidurya comunemente denominata ad "occhio di gatto", protegge dal morso dei serpenti, rende innocuo il potere del veleno ed è depositaria dei poteri del mistico pianeta Ketu, il Nodo Meridionale della Luna Ketu il pianeta dell'illuminazione e della liberazione.



 Kṛṣṇa, the Butter Thief India, Karnataka, Mysore, 16th century

domenica 13 agosto 2017

Sanathana Dharma: Balarama Jayanti

Balarāma (devanāgarī: बलराम) è adorato come l'ottava incarnazione di lord Viṣṇu ed avatar di Adishesha (devanāgarī आदिशेष) il serpente divino dalle cento teste (ma a volte rappresentato con solo cinque o sette teste), re dei Naga, che galleggia sull'oceano cosmico: su di Lui riposa Lord Viṣṇu tra i cicli di creazione confortato dalla dea Lakshmi. 

Balarama, 18th Century, Mathura Museum, India.

giovedì 20 luglio 2017

Santahana Dharma: Pradhosha, Pradosh Vrat, MahaMrityunjaya Mantra

Ogni mese si celebrano due Pradhosham, uno il 13° giorno lunare in Shukla Paksha, luna crescente, e l'altro in il 13° giorno lunare Krishna Paksha, fase calante della luna, quando il Sole e la Luna si uniscono in una linea orizzontale durante la rotazione sul proprio asse.
Pradosham si osserva al crepuscolo: inzia un'ora e mezza circa prima del tramonto e termina un'ora dopo il tramonto. Tutti gli esseri universali e gli déi scendono sulla terra e partecipano al culto.
E' un giorno propizio per pregare, adorare ed invocare la benedizione di Shiva e Parvati, perché si dice che in questo giorno la coppia divina sia bendisposta a concedere tutto ciò che un devoto sincero chiede e la liberazione dai peccati commessi. 

Si dice che anche solo accendere una sola lampada, con amore e devozione pura, durante il Pradosham sia sufficiente per soddisfare Lord Shiva.

Essendo il Lunedi il giorno della settimana dedicato a Shiva, quando Pradosha è di Lunedi si chiama Soma-Pradosha ed è di buon auspicio.



Shiva Parvati - Vintage Print Mounted On Card Sheet 

lunedì 17 luglio 2017

Sanathana Dharma: Shravan, Shravan Somvar Vrat

Durante il quinto mese del calendario lunare Chaitra, il cielo è governato dalla stella Shravan, dalla quale prende il nome.
Il mese di Shravan è il primo ed il più propizio dei Chaturmas, i quattro mesi sacri: quasi tutti i giorni di questo mese sono di buon auspicio.

I lunedi del mese di Shravan sono denominati Shravan Somvar, e sono dedicati al culto al dio Shiva: i devoti visitano i templi di Shiva, offrono latte e fiori al lingam, sopra il quale è appeso il dharanatra dal quale scende acqua santa giorno e notte, mentre la lampada Nandadeep brucia costantemente.

domenica 25 giugno 2017

Ciclo Lunare Sinodale (Crescente-Calante)

Il Ciclo Sinodale corrisponde al tempo, 29 giorni, 12 ore e 44 minuti, che occorre alla Luna nella sua rotazione intorno alla Terra per raggiungere il Sole, attraverso una Fase Crescente, la Luna illuminata dal Sole cresce nel cielo fino a divenire Luna Piena e poi attraverso una Fase Calante, la Luna illuminata dal Sole decresce nel cielo fino a divenire Luna Nuova.

Per ogni rivoluzione completa la Luna passa per due volte sull'eclittica del sole formando il nodo lunare, momento durante il quale possono verificarsi eclissi e tagliando la linea dell'Equatore sale da sud verso nord verso le costellazioni zodiacali estive (Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci, Ariete, Toro, Gemelli), per poi discendere perigeo da nord verso sud verso le costellazioni zodiacali invernali (Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario).


L’orbita ellittica porta la Luna ad avvicinarsi alla Terra, fino ad un punto di massima vicinanza detto Perigeo e la porta ad allontanarsi fino ad un punto di massima lontananza dalla Terra detto Apogeo.

È un moto lunare che governa la riproduzione. 


La tradizione consiglia di fare determinati lavori in luna crescente. come la semina di cereali, di fiori, di ortaggi da frutto e da foglia, eccetto quelli che vanno in semenza come lattuga e spinaci, taglio di legna da ardere, potatura di alberi deboli, innesto a spacco, raccolta di erbe medicinali e di ortaggi da radice e da frutto, ed altri in luna calante come semina e trapianto di ortaggi da radice e dei bulbi, taglio di legna da costruzione, potatura di alberi vigorosi, innesto a gemma, prelevamento delle marze, sfrondatura, raccolta di frutta e di verdure a bulbo, vendemmia, mietitura.




#luna #ciclosinodale #ciclolunare #fasecrescente #fasecalante #lunacrescente #lunacalante #apogeo #perigeo

sabato 24 giugno 2017

Enciclica: SACERDOTALIS CAELIBATUS

 [...] Il celibato sacerdotale, che la Chiesa custodisce da secoli come fulgida gemma, conserva tutto il suo valore anche nel nostro tempo, caratterizzato da una profonda trasformazione di mentalità e di strutture. Ma nel clima dei nuovi fermenti si è manifestata anche la tendenza, anzi l'espressa volontà di sollecitare la Chiesa a riesaminare questo suo istituto caratteristico, la cui osservanza secondo alcuni sarebbe resa ora problematica e quasi impossibile nel nostro tempo e nel nostro mondo. [...]

venerdì 23 giugno 2017

Apparizioni Mariane: Madonna delle Grazie di Ardesio

La famiglia Salera, padre madre e due ragazzine viveva nel 1607 ad Ardesio, dove possedeva un mulino dal quale proveniva tutto il loro sostentamento. La casa ove vivevano era appartenuta ad un sacerdote che verso la fine della prima metà del 1400 aveva fatto affrescare al pittore clusonese Giacomo Busca (n. ?- m.1467) una parete di una stanza, affresco che ritraeva un gruppo di Santi con al centro un grande Crocefisso.


Il 23 giugno 1607 nel cielo apparvero i segni di prossimo violento temporale che avrebbe causato la perdita del raccolto del frumento ormai maturo. La madre Maddalena incaricò le figlie di tornare a 

giovedì 22 giugno 2017

Theotókos è Dogma (Concilio di Efeso 431 C.E.)


 Il Concilio di Efeso, convocato sotto il regno dell'imperatore d'Oriente Teodosio II (408-450), doveva recar pace su di una divisione che stava lacerando la Primitiva Chiesa sulla Maternità di Maria, e che vedeva quali suoi illustri rappresentanti il vescovo e teologo greco, di Alessandria d'Egitto, Cirillo (370-444, poi XVI Papa della Chiesa copta dal 412 al 444) ed Patriarca di Costantinopoli (dal 428-431) e teologo siro Nestorio o Nestore (381-451).

Era la Vergine Maria, secondo l'ortodossia cristiana, da considerarsi Madre di Dio, in lingua latina Deipara ed in greco antico Theotokos, come sosteneva la scuola alessandrina ed il vescovo Cirillo,
 la Vergine generò secondo la carne Dio unito personalmente alla carne, diciamo che ella è madre di Dio, non nel senso che la natura del Verbo prese dalla carne l'inizio della sua esistenza ma nel senso che, avendo il Verbo assunto personalmente la natura umana, accettò di essere generato dal suo seno secondo la carne - Di Nola G., Testi mariani del primo Millennio: Padri e altri autori greci, G.Gharib a.c.d, Roma, Città Nuova Edizioni, 1988, p.451.
Oppure era da rifersi a Lei con appellativi della lingua greca antica quali Christotokossi, Madre di Cristo, Anthropotokos, Madre dell'Uomo Figlio di Dio oppure Theotókos, Che Riceve Dio, come sostenuto dalla scuola antiochena, e dal Patriarca di Costantinopoli Nestorio, in quanto sarebbe una follia sostenere che Dio potesse nascere da una vergine e che Maria per sua natura essa non poteva che essere Madre di un uomo. 
Colui che è nato ed ebbe bisogno di tempo per la crescita e fu portato nell'utero per i mesi necessari, ha natura umana, congiunta a Dio. Una cosa è dire che Colui che nacque da Maria era congiunto al Verbo, altra cosa è dire che la divinità ebbe bisogno di una nascita decorrente secondo un numero di mesi. Voglio che [...] non confondiate con Dio l'umanità assunta né che definiate puro uomo Colui che è nato né che Dio Verbo abbia perduto la propria sostanza per commistione o mescolanza [...] Colui che è nato da Maria era consustanziale a noi per l'umanità ma, congiunto a Dio, era ben lontano dalla nostra sostanza [...] Diciamo dunque nostro Signore Gesù Cristo duplice per la natura e una sola persona in quanto Figlio di Dio. - G.Filoramo D.Menozzi a.c.d., Storia del Cristianesimo, vl.1, Bari, Edizioni La Terza, 2012, p.346.
I centonovantasette padri conciliari presenti quel giorno fecero propria la tesi di Cirillo....
Vi si sarebbero dovute confrontare e discutere le due tesi in contrapposizione, di Nestorio e di Cirillo, in realtà non ci fu nessuna discussione e non furono rispettate le più elementari garanzie di equità e collegialità. Cirillo presiedette e pilotò il concilio con grande abilità e non senza intimidazioni e corruzioni. Alle porte della chiesa grande, intitolata a Maria, dove si svolgevano i lavori conciliari, e nella città stazionavano i parabalani, i quali ufficialmente erano infermieri al servizio dei poveri negli ospizi ecclesiastici, ma di fatto costituivano la guardia del vescovo alessandrino ed esercitavano una minaccia costante contro i suoi oppositori. Estromesso il legato imperiale e constatato che Nestorio si rifiutava di presentarsi, il giorno successivo all'apertura, il 22 giugno del 431, Cirillo lesse le proprie tesi e chiamò i vescovi, per appello nominale, a dichiararle consone al "credo" di Nicea; lesse le lettere sinodali concordate con Celestino per mostrare che Roma ed Alessandria erano solidali nell'azione contro Nestorio; di quest'ultimo fu letta la seconda e più polemica tra le risposte a Cirillo e alcuni estratti. Alla fine della giornata Nestorio fu condannato e deposto, con un atto sottoscritto da 197 vescovi, per "aver profferito blasfemia contro il Signor nostro Gesù Cristo". Il giorno dopo gli fu recapitata una notifica nella quale veniva apostrofato "nuovo Giuda". - Idem, pag. 346-347. 
22 giugno del 431 la Madonna è riconosciuta genitrice di Dioperché ha dato alla luce non un uomo, ma Dio come uomo. Theotókos diviene Dogma.



#madonna #cristianesimo #theotokos #nestorio #cirillo #nestorianesimo #cattolicesimo #chiesadiroma #scuolaantiochena #Christotokossi #MadrediCristo #Anthropotokos #MadredelFigliodiDio #Theotókos  #religione #spiritualita #storiadelcristianesimo #22giugno #accaddeoggi #conciliodiefeso

sabato 13 maggio 2017

L'Apparizione della Madonna di Fatima

Portogallo.
Inizi del 1900.
Tre piccoli pastori sono soliti guidare il gregge al pascolo: Francesco e Giacinta Marto rispettivamente di 7 e 5 anni, e la cugina Lucia de Jesus di 10 anni.
1915: Lucia vede per due volte una bianchissima nuvola dalla forma umana posata su un albero.
1916: Lucia e i suoi cugini vedono per tre volte un angelo che dice loro di pregare e li comunica.
1917, 13 maggio - Lucia, Giacinta e Francesco Marto, portano il gregge al pascolo presso “Cova da Iria”. D’un tratto il bagliore di un lampo li sorprende e temendo il temporale richiamano il gregge e lo avviano verso la discesa. A mezza strada vedono un secondo lampo.


Le mani erano congiunte in preghiera, appoggiate sul petto e dalla destra pendeva un grazioso rosario dai grani brillanti come perle, che terminava con una piccola croce di vivissima luce argentata. (Come) unico ornamento, una fine collana d’oro lucente appesa al collo, che terminava con una piccola sfera del medesimo metallo. [...] Volete offrirvi a Dio e sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi come atto di riparazione per i peccati dai quali Egli è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori?
- Sì, lo vogliamo.
- Andate, dunque, dovrete soffrire molto, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto.
Fu nel pronunciare queste ultime parole che aprì per la prima volta le mani, trasmettendoci una luce tanto intensa, come un riflesso che si effondeva da Lei e che ci penetrava nel petto e nel più intimo dell’anima, facendoci vedere noi stessi in Dio che era quella luce, più chiaramente di ciò che vediamo nei migliori degli specchi. [...] Poi cominciò ad alzarsi serenamente, salendo in direzione di levante fino a scomparire nell’immensità della lontananza. La luce che La circondava, pareva Le aprisse un cammino attraverso le stelle, motivo per cui qualche volta diciamo che vedemmo aprirsi il Cielo

- Sì, lo vogliamo.
- Andate, dunque, dovrete soffrire molto, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto.
Fu nel pronunciare queste ultime parole che aprì per la prima volta le mani, trasmettendoci una luce tanto intensa, come un riflesso che si effondeva da Lei e che ci penetrava nel petto e nel più intimo dell’anima, facendoci vedere noi stessi in Dio che era quella luce, più chiaramente di ciò che vediamo nei migliori degli specchi. [...] Poi cominciò ad alzarsi serenamente, salendo in direzione di levante fino a scomparire nell’immensità della lontananza. La luce che La circondava, pareva Le aprisse un cammino attraverso le stelle, motivo per cui qualche volta diciamo che vedemmo aprirsi il Cielo”.


E' la prima delle sette Apparizioni della Signora Vestita di Bianco ai pastorelli di Fatima.



Giunti in fondo alla Cova lì, a breve distanza da loro, sospesa a poco più di un metro, appare “una Signora tutta vestita di bianco, più brillante del sole, che spargeva una luce più chiara ed intensa di quella di un bicchiere di cristallo colmo d’acqua limpida, attraversato dai raggi del sole più cocente”. Di inenarrabile bellezza, né triste né allegro, ma serio con un’espressione soave di leggero rimprovero. Il vestito, più candido della neve, pare tessuto di luce, con le maniche relativamente strette e chiuso al collo scende fino ai piedi avvolti in una tenue nuvola. Un manto della stessa lunghezza della veste, anch’esso bianco ed orlato d’oro le copre il capo avvolgendoLe quasi tutto il corpo.


Nel corso dell'Apparizione del 13 luglio 1917 ai a Giacinta e Lucia ed in seguito a Francesco sono rivelati tre segreti, noti come I Tre Segreti di Fatima, il terzo dei quali mantenuto segreto sino al 13 maggio 2000 quando, in occasione della beatificazione dei piccoli Giacinta e Francesco morti di spagnola tre anni dopo l'apparizione, è stato svelato al mondo da papa Giovanni Paolo II (forse in parte - forse interamente).

#cristianesimo #apparizionimariane #fatima #madonnadifatima #13maggio #accaddeoggi

lunedì 27 marzo 2017

La Forza Spirituale Non è MAI un'arma per nuocere ....


Rathnai Kalpitham asanam, Himajalai snanam cha divyambaram, Naana rathna vibhooshitham mruga madha modhanvitham Chandanam, Jathi champaka bilwa pathra rachitham, pushpam cha doopam thathaa, Deepam deva dayanithe pasupathe, hrud kalpyatham gruhyatham. (Adi Sankaracharya, Shiva Manasa Puja)


#ahimsa #bhima #titiksha #forzaspirituale #magia #prana #induisimo #sanathanadharma #quotes #alessandrogiunchiglia

giovedì 9 febbraio 2017

Fornacalia ovvero Stultorum Feriae

Fornacalia o Fornacali era una festa agricola della religione romana in onore della dea Fornax (Fornace), che sovraintendeva il buon funzionamento dei forni per cuocere il pane e presiedeva alla tostatura del farro.
La Festa era stata introdotta dal pio re di Roma latino-sabino, Numa Pompilio (745a.C.E.-673 a.C.E.), ed aveva una durata di nove giorni, l'inizio della quale era annunciato ai romani nel Foro.

giovedì 2 febbraio 2017

Cristianesimo: 2 Febbraio -LA PURIFICAZIONE DI MARIA E LA PRESENTAZIONE DI GESù AL TEMPIO (Nunc Dimittis)


Νῦν ἀπολύεις τὸν δοῦλόν σου, δέσποτα, κατὰ τὸ ῥῆμά σου ἐν εἰρήνῃ,
ὅτι εἶδον οἱ ὀφθαλμοί μου τὸ σωτήριόν σου ,
ὃ ἡτοίμασας κατὰ πρόσωπον πάντων τῶν λαῶν,
φῶς εἰς ἀποκάλυψιν ἐθνῶν καὶ δόξαν λαοῦ σου Ἰσραήλ.
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Nunc dimittis servum tuum, Domine,
secundum verbum tuum in pace:
Quia viderunt oculi mei salutare tuum
Quod parasti ante faciem omnium populorum:
Lumen ad revelationem gentium,
et gloriam plebis tuae Israel.
Vangelo di San Luca 2:29-32, Vulgata Latina

Art Credit: Simeon and Jesus, Andrey Shishkin (1960)