lunedì 5 maggio 2014

Sanathana Dharma: Prabhu Gandhi ed il Satyagraha

Mohandas Karamchand Gandhi, detto il Mahatma
(Porbandar, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi, 30 gennaio 1948).
"Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo."
Mahatma (in sanscrito महात्मा, grande anima) Gandhi fu uno dei pionieri e dei teorici del "satyagraha", la resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile di massa. Il "satyagra" è fondato sulla satya (verità) e sull'ahimsa (non-violenza).
Il satyagrahi aderisce a undici principi che osserva in spirito di umiltà: non violenza, verità, non rubare, castità, rinuncia ai beni materiali, lavoro manuale, moderazione nel mangiare e nel bere, impavidità, rispetto per tutte le religioni, swadeshi (uso dei prodotti fatti a mano), sradicamento dell'intoccabilità.
L'autentico satyagrahi, non deve essere mosso dall'ira e dall'odio per l'avversario, anzi deve, in quanto essere umano, amarlo, pur sempre continuando con forza la lotta contro l'errore che egli commette.Il satyagrahi deve affrontare volontariamente le sofferenze che possono derivare dalla lotta per la Verità, deve quindi essere coraggioso.
Il combattente non-violento non deve essere dominato dall'avidità di ricchezza o dalla passione per i piaceri corporei; l'eccessivo attaccamento ai beni materiali può infatti distoglierlo dalla sua battaglia per la giustizia. Coraggio, povertà e castità devono dunque essere tra le virtù del satyagrahi.

Gandhi nella sua lunga storia di leader rivoluzionario ha teorizzato e sperimentato un'ampia varietà di tecniche di lotta rivoluzionaria non-violenta:
- boicottaggio non-violento di merci e servizi
- picchettaggio non violento
- hartal "sciopero non-violento accompagnato da preghiera e digiuno.
- le marce
- sciopero della fame o della sete anche "fino alla morte".
- portò alla ribalta internazionale "la disobbedienza civile" una forma di protesta ispirata dal saggio del filosofo statunitense Thoreau (1817-1862) del 1849, tutt'ora adottata dai movimenti pacifisti. La disobbedienza civile consisteva nel violare pubblicamente e consapevolmente le leggi o i comandi amministrativi ritenuti ingiusti accettando però le punizioni previste dalla legislazione vigente per le violazioni commesse. A volte gli atti di disobbedienza civile possono essere puramente simbolici. Per Gandhi la disobbedienza civile rappresentava, insieme al digiuno, la forma culminante di resistenza non-violenta; egli la definì "un diritto inalienabile di ogni cittadino", e affermò che "rinunciare a questo diritto significa cessare di essere uomini".

Il 30 gennaio 1948, presso la Birla House, a New Delhi, mentre si recava nel giardino per la consueta preghiera ecumenica delle ore 17, Gandhi fu assassinato con tre colpi di pistola da Nathuram Godse, prima di sparare, Godse si piega in segno di reverenza di fronte a Gandhi e, dopo l'uccisione, cerca di confondersi tra la folla e di fuggire. Arrestato, l'8 novembre dello stesso anno è processato e condannato a morte. La sentenza è eseguita una settimana dopo, malgrado l'opposizione dei sostenitori di Gandhi.

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domenica 4 maggio 2014

Surdas Jayanthi




Surdas nacque nel 1479 C.E.
Santo e poeta hindu del VXsc, cieco,
Surdas ebbe il darshan del Signore Krishna in un sogno, durante il quale gli chiese di andare a Vrindavan dove incontrò Shri Vallabhacharya ardente devoto di Krishna.
Dopo aver acquisito la conoscenza dei Sacri Testi, Surdas iniziò a cantare bhajan dedicati a Vrindavan ed a Krishna Fanciullo, bhajan raccolti nella monumentale opera del Sur Sagar e nel Saravali e Sahitya Lahiri. Sono bhajan semplici facili da cantare che narravano brevi episodi della vita di Krishna, e contenevano insegnamenti filosofici e lezioni morali.
Surdas era così immerso nella Bhakti che leggendo le sue poesie si comprende che doveva aver avuto conoscenza diretta dell'infanzia del Signore Krishna.
Lasciò il suo corpo nel 1586 C.E.


Fonte: HinduBlog.it

Gopal has slipped in and stolen my heart, friend.
He stole through my eyes and invaded my breast
simply by looking – who knows how he did it? –
Even though parents and husband and all
crowded the courtyard and filled my world.
The door was protected by all that was proper;
not a corner, nothing, was left without a guard.
Decency, prudence, respect for the family –
these three were locks and I hid the keys.
The sturdiest doors were my eyelid gates –
to enter through them was a passage impossible –
And secure in my heart, a mountainous treasure:
Insight, intelligence, fortitude, wit.
And then, says Sur, he had stolen it –
With a thought and a laugh and a look –
And my body was scorched with remorse.

Surdas

(Source: Song of the Saints of India, Translated by J.S.Hawley and Mark Juergensmeyer.)
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Rathnai Kalpitham asanam, Himajalai snanam cha divyambaram, Naana rathna vibhooshitham mruga madha modhanvitham Chandanam, Jathi champaka bilwa pathra rachitham, pushpam cha doopam thathaa, Deepam deva dayanithe pasupathe, hrud kalpyatham gruhyatham. (Adi Sankaracharya, Shiva Manasa Puja)

sabato 3 maggio 2014

Adi Shankaracharya Jayanti





Gli studiosi divergono per quanto concerne il periodo in cui visse Adi Shankara, alcuni datano la sua nascita nell’VIII sc C.E. presso Kaladi in Kerala. Il suo compleanno è comunque celebrato ogni anno il 5 ° giorno del Paksha Shukla (fase crescente della luna) del mese di Vaisakha. Adi Shankaracharya, noto anche col nome di Sankara Bhagavatpadacarya, è il più grande santo e filosofo hindu indiano, incarnazione di Shiva sulla terra in un momento storico nel quale si stava assistendo alla completa distruzione della verità, della cultura e della moralità, mentre caos e confusione regnavano in ogni dove.
Shankaracharya riportò ordine con il suo messaggio di pace del Vedanta., “ripulì l’insegnamento delle Upanishad inquinato dagli ignoranti, dalle contaminazioni e lo restituì alla sua purezza originaria”, viaggiando in tutta l’India per ripristinare lo studio dei Veda.
Egli ha consolidato la dottrina della Advaita (non-duale) Vedanta, fondata sulla indivisibilità del Sé, o Atman, dall'Unità Brahman, sulla quale dottrina i suoi insegnamenti sono principalmente basati.
Adi Shankaracharya, ha elevato il Sanatana Dharma oltre la mera ritualità, i rituali sono come coperte che velano la verità, sono reti per intrappolare il nostro intelletto, il quale ci costringe a limitare la nostra coscienza, ai valori superficiali del mondo manifesto, mente e cuore rimangono sono orientati verso l'esterno, si è portato a credere che tutto possa essere compiuto con l'aiuto dei rituali, e quando questo non accade si è pervasi da un senso di delusione e si cerca di scoprire quale errore si possa aver commesso nel rituale, si è indotti a pensare di non aver mantenuto il giusto atteggiamento mentale, o seguito correttamente le indicazioni o nel caso si sia fatto celebrare il rituale da un officiante di non aver dato l’offerta con adeguato amore, spiegazioni che creano sensi si colpa. Le antiche Scritture indicano come i rituali originali fossero scevri da dogmi e superstizioni, ma un semplice mezzo di canalizzazione della propria devozione verso il divino, e di come non necessitassero dell’intermediazione di sacerdoti officianti, ai quali per ignoranza e pigrizia le persone si rivolsero in seguito.
Adi Shankaracharya Jayanti è considerato come il Giorno del Filosofo, è una grande occasione per i devoti hindu per meditare e studiare.

Per approfondire la figura di Shri Adi Shankaracharya:
"Insegnamento e vita di Sri Adi Shankaracharya". Discorso del 15 aprile del 1988 - Shankara Jayanti - di Sua Santità Jagaduru Sri Abhinava Vidyatirtha Swamigal, Sri Sharada Peetham Sringeri. - Traduzione  a.c.d B.Polidori Udai Nath.

Per meditare e studiare la manifestazione di Shri Adi Shankaracharya:
Soundarya Lahari di Sri Adi Shankaracaharya, tradotto in italiano da Beatrice Polidori Udai Nath comprensiva delle 100 Yantra accompagnate dai versi che ne veicolano i benefici relativi

 E godetevi questo meraviglioso film in lingua sanscrita sottotitolato in inglese sulla vita di
Shri Adi Shankaracharya per la regia di G.V.Iyer, prodotto da NFDC.



Shanti Om


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Fonti:

hindudevotionalblog.com
P.Rajmani, Ph.D. Tigunait, The Tradition of the Himalayan Masters "Discorso del 15 aprile del 1988- Shankara Jayanti- di Sua Santità Jagaduru Sri Abhinava Vidyatirtha Swamigal, Sri Sharada Peetham Sringeri." - Traduzione a.c.d B.Polidori.
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Rathnai Kalpitham asanam, Himajalai snanam cha divyambaram, Naana rathna vibhooshitham mruga madha modhanvitham Chandanam, Jathi champaka bilwa pathra rachitham, pushpam cha doopam thathaa, Deepam deva dayanithe pasupathe, hrud kalpyatham gruhyatham. (Adi Sankaracharya, Shiva Manasa Puja)