mercoledì 15 novembre 2006

Raja Yoga: i 5 passi per Cavalcare la Folgore

Yama è il primo passo per Cavalcare la Folgore.
Il concetto di Yama si esplica nello sfogliare dei Sacri Testi dell'Induismo dalla tensione al controllo (Rigveda 5.61.2) a freno morale e dovere etico (Upanishad, Dharmasutras, Mahabharata) per poi sintetizzarsi in auto-controllo e tolleranza.
Yama è:
- astenersi dal praticare la violenza praticando Ahiṃsā हिंसा (non-violenza);
- astenersi dalla menzogna praticando Satya सत्य (non mentire, vivere la verità);
- astenersi dal furto praticando Asteya अस्तेय (non rubare);

- astenersi dall'eccedere nel cibo praticando Mitahara मितहार (moderazione nel cibo);
- astenersi dall'imporre il nostro pensiero e dal causare sofferenza praticando
Kṣamā क्षमा (tolleranza e perdono);
- astenersi dal giudizio praticando Dayā दया: (compassione).

E poi ancora:
- astenersi dal sesso se celibi/nubili o se sposati dal tradimento praticando Brahmacharya ब्रह्मचर्य (castità).
- non permettere che avversità ed ostacoli ci scoraggino, praticando Dhŗti धृति (perseveranza);
astenersi dall'ipocrisia praticando Ārjava आर्जव (sincerità);
- astenersi da attittudini quali rabbia, odio, pregiudizio, avidità, orgoglio, paura, pensieri negativi  che generano impudicizia per la mente; praticando Śauca शौच: (purificazione olistica del corpo).


 
निय Niyama è l'osservare l'impegno, è il comportamento virtuoso da intraprendere per "cavalcare la folgore" e giungere alla liberazione (moksha):
- praticando Śauca
शौच: la purificazione del corpo esteriore ed interiore attraverso abluzioni, asanas, meditazioni.
- praticando Santoṣa संतोष: accettazione gli altri e delle circostanze che non possiamo cambiare. 
- praticando Tapas तपस् penitenze, ascetismo, eremitaggio, studio negli ashram.
- praticando Svādhyāya स्वाध्याय:  introspezione e studio dei Sacri Testi.

- praticando Īśvarapraṇidhāna  ईश्वरप्रणिधान: contemplazione dell'Essere Supremo.


E poi ancora:
- praticare Āstika आस्तिक: avere fede nei Vedas/Upanishads, praticare Bhakti,  Raja e Jnana Yoga.
- praticare Dāna दान: generosità e carità donando agli altri.
- praticare Siddhānta vakya śrāvaṇa: lettura ed ascolto delle Antiche Scritture.
- praticare H, ह्री: coltivare modestia ed umiltà, provare rimorso per le azioni errate compiute nel proprio passato ed accettare le azioni compiute.
- praticare Mati माति: meditare per poter conciliare le idee contrastanti

- praticare Japa जप: recitare mantra, preghiere.
- praticare Huta
हुत: praticare i rituali e rendere le offerte.




Praticare le Asanas, ponendosi in connessione con il nostro corpo nello spazio mentre assume la posizione.

Praticare Pranayama
: controllo ritmico del respiro in quattro fasi: inspirazione (puraka), pausa respiratoria dopo l'inspirazione (antara kumbhaka), espirazione (rechaka), pausa respiratoria dopo l'espirazione (bahya kumbhaka).



Nel respiro è celato il più grande segreto della vita e la possibilità di divenire partecipi del Lila, l’immenso gioco cosmico. Respirare è possibilità di amare, di generare verità, piacere, passione fuoco, desiderio. Nel respiro uniamo maschile e femminile.
Inspirando, puraka, il prana percorre il nostro corpo dal basso verso l’alto illuminando cellula dopo cellula, saturandoci, riempiendoci. Praticando antara kumbhaka, sperimentiamo la pienezza, il nostro corpo è come un vaso pieno ricolmo di vita luce ed amore.
Espirando, pratichiamo rechaka: ci abbandoniamo trascendendo il nostro io, fino oltre i confini fisici del nostro corpo, fino a divenire pura vibrazione che si fonde con l’ambiente circostante noi non siamo più aria e non più corpo, ma contenuto e contenitore, non esiste più un esterno e un interno, un soggetto ed un oggetto. L’espiro è l’incanto, l’attimo irripetibile dell’incontro, un liquido abbraccio di luce e calore.
Al termine dell’espiro siamo in bahya kumbhaka una fase unica: il respiro è uscito da noi il più è divenuto meno, il meno è divenuto più, un terzo principio ha preso vita siamo in presenza del mistero che permette l’evoluzione ed il continuo ritorno che costituisce il segreto della vita.


Yama, Niyama, Asana e Pranayama sono il Bahiranga, l'aspetto esteriore della Yoga.
Ora con la pratica del Pratyahara le Indriye ovvero i tentacoli che sono normalmente ancorate al mondo materiale sono ritirate e rivolte all'unione con il Divino (Samadhi). La pratica del Pratyahara unisce lo Yoga Esteriore con quello Interiore e prepara alla Meditazione.

#SanathanaDharma #Yoga #RajaYoga #induismo
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Fonte:
T.Sintoni, Tecniche di respirazione, in Vivere lo Yoga, n.ro 5, Anno 1, Mensile, Edizione Cigra, 2003
Patañjali, YogaSutra, 


Rathnai Kalpitham asanam, Himajalai snanam cha divyambaram, Naana rathna vibhooshitham mruga madha modhanvitham Chandanam, Jathi champaka bilwa pathra rachitham, pushpam cha doopam thathaa, Deepam deva dayanithe pasupathe, hrud kalpyatham gruhyatham. (Adi Sankaracharya, Shiva Manasa Puja)