giovedì 21 luglio 2016

Luna Piena



La Luna Piena indica il momento di massima riflessione della luce solare da parte della Luna.
La Luna Piena comporta visibilità, soddisfazioni, riconoscimento dei propri meriti, gratificazione delle nostre azioni e delle nostre idee per tutti, ma in particolare per le persone e per tutto ciò che corrisponde al Segno ove si svolge.

Culti Matriarcali
E' la Luna Adulta, il volto della Dea Madre realizzata, appagata, al massimo del suo splendore, è un momento magico di passaggio, e tutta la natura, uomini animali e piante ne percepiscono la sua forza.
Il ciclo delle fasi lunari riflette il ciclo mestruale, la donna riconosce il proprio legame con la Terra e con il pallido astro, le donne si sentono belle ed affascinanti ricolme di desiderio di amare e di creare, di sentirsi custodi della vita, il corpo della donna si prepara alla maternità, le sale parto si affollano, le ferite sanguinano di più.


Sanathana Dharma
Per coloro che seguono la via del Dharma il giorno di Luna Piena o Poornima/Purnima (qui trattazione) è perfetto per  rituali riguardo all'avanzamento spirituale, poiché la luce della luna piena illumina le cose che la stanno ostacolando. I rituali sono pensati per scaricare i dolori emotivi e fisici e liberare le miserie e i dolori, è un momento appropriato per pregare per gli antenati.
Le cerimonie associate al giorno di Purnima riguardano i momenti di transizione: la nascita, la rinascita, la creazione e la manifestazione. In questo giorno, la carità viene fatta nutrendo o regalando vestiti ai bisognosi. 


Tradizioni Stregoniche

E' una fase lunare di pienezza e molti riti e magie hanno particolare riuscita perchè la Luna Piena accellera ogni evento. Così come un albero se potato in questo periodo potrebbe morire, le erbe medicinali raccolte sono più efficaci.
Le streghe nella notte di Luna Piena incantano le erbe, preparono i "cordini magici", incensi, sacchetti magici per l'Amore, la Fertilità, la Prosperità, preparono gli olii, creano amuleti e talismani. Benedicono ed incantano gli strumenti magici e pongono ogni oggetto sotto lo sguardo beneveolo della Madre perché lo benedica. Eseguono gli incantesimi e si divina per se stesse e per gli altri.

Wicca
Le sacerdotesse wiccans celebrano i sacri rituali alla Madre, gli esbat, in congreghe o come solitarie.
Particolarmente emozionante del rituale wicca per la Luna Piena è lo "far scendere la Luna", quando la Sacerdotessa fissando il Sacro Astro alza l'Athame od una rosa rossa, a seconda delle Tradizioni di appartenenza, verso la Luna ed investita dalla sua Luce la invoca perché la sua energia, il suo potere "scendano" attraverso lo strumento nella Strega donandole forza potere illuminazione e magia per svolgere il rito. E' un momento di dialogo fra la Sacerdotessa e la Dea che ricolma l'intero cerchio magico di un avvolgente abbraccio.Tradizionalmente si onora la Luna Piena e si lavora con le sue energie dalla mezzanotte all'alba, ma non sempre la Luna diviene piena nelle ore notturne. In tal caso potrebbe essere saggio svolgere una meditazione legata alla Luna ed al Segno nel quale transita alla luce di una candela, rossa, ispirata da un incenso "generico" ottenuto mescendo petali di gardenia, petali di rosa, incenso, legno di sandalo al qaule si aggiunge una delle erbe legata al Segno nel quale si svolge la fase lunare e rimandare per la notte il lavoro magico. 

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martedì 19 luglio 2016

Guru Purmina

Guru brahma Guru vishnu Gururdevo Maheshwaraha
Guruhu sakshaat Parambrahman tasmai Shrigurave namaha - (Skanda Purana)*


Un Guru non deve essere per forza uno Swami o un insegnante. Può anche essere un bambino piccolo che ti impartisce la lezione più importante nella vita.
Qualsiasi essere vivente animata od inanimata, esseri umani animali o uccelli, che rimuovono l'ignoranza ed introducono alla luce della realizzazione di sé è un Guru.
Un guru non promette miracoli.
Un guru non promette di farti ricco.
Un guru non promette di risolvere i vostri problemi.
Un guru
non si guadagna da vivere dando false speranze e promesse.
Un guru non  prospera sulle donazioni.
Un vero guru non vi insegna che l’origine dei vostri problemi possa essere nella posizione degli astri, nella sfortuna o nei nemici.
Questi guru direttamente o indirettamente incoraggiano la paura, la gelosia, l'avarizia ed il desiderio.



I  guru sono gentili con tutti.
Non faranno male a nessuno.
Essi non hanno alcun rancore verso nessuno.
Hanno pazienza, pazienza, forza d'animo.
Essi sono esenti da scandali.
Allo stesso modo accettano il piacere ed il dolore.
Aiuta gli altri.
Non sono affascinati dalle cose mondane.
Il cuore è tenero, ma esercitano padronanza sui loro sensi.
Sono puri, benevoli, distaccati
Mangiano solo per la sopravvivenza e non per il gusto.
Sono totalmente e sempre a proprio agio.
Sono imperturbabili.
Essi sono dedicati a Brahman, la Verità Suprema.
Sono pensierosi.
Sono vigili e coscienti.
Essi sono seri.
Sono paziente in pericolo.
Hanno vinto tutte e sei le debolezze: fame, sete, dolore, lussuria, vecchiaia e  morte
Essi danno il dovuto onore ad altri.
Essi sono qualificati ed abili.
Sono amichevoli con tutti.
Sono misericordiosi e saggi.
(Shree Krishna nel Srimad Bhagavad Purana)




Per coloro che seguono un percorso spirituale guidati da un Maestro, il giorno di guru purmina è un giorno speciale, perché possono rendere sincero omaggio al amato Guru ed onorarlo con dakshina  (atti di carità), compiuti con profonda fede, devozione, sincerità e amore.


È questo un questo giorno molto propizio per iniziare una pratica spirituale: tutto ciò che si sente, si vede, si impara, si legge, in questo giorno propizio deve essere trasformato in sadhana risvegliando una fede incrollabile e l'amore per il Supremo dentro se stessi. Infatti con la Luna Piena del mese di Ashada inizia Chaturmasa, il periodo di ritiro per lo studio delle scritture in concomitanza dell’inizio della stagione delle piogge. Lo studio costante di tali scritture, vivere e praticarne i principi per rigenerare l'umanità è il gesto di più profonda gratitudine che si possa avere verso Vyasa, il quale compassionevolmente trasmise la sacra conoscenza dei Veda ai suoi discepoli per il bene dell'umanità, redigendo con la sua mente illuminata, un patrimonio culturale di inestimabile valore per rigenerare l'uomo del kali yuga, éra durante la quale le facoltà spirituali sono deboli, e condurlo all'evoluzione ed alla realizzazione.


*Guru is Brahma, Vishnu and Shiva, Veneration to the Guru who has manifested as Parabrahman.
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Fonti:
hindublog.com
hinduismo.it
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Rathnai Kalpitham asanam, Himajalai snanam cha divyambaram, Naana rathna vibhooshitham mruga madha modhanvitham Chandanam, Jathi champaka bilwa pathra rachitham, pushpam cha doopam thathaa, Deepam deva dayanithe pasupathe, hrud kalpyatham gruhyatham. (Adi Sankaracharya, Shiva Manasa Puja)

lunedì 18 luglio 2016

Constitutio apostolica Pastor Aeternus -18 lugio 1870, XX Concilio EcumenicoI Vaticano (1868-1870 di Papa Pio IX

Constitutio Dogmatica Pastor Aeternus
Pius Episcopus Servus Servorum Dei
Sacro approbante Concilio
Ad perpetuam rei memoriam

Il 18 Luglio 1870 è così proclamato nella Constitutio apostolica Pastor Aeternus, la Prima Costituzione Dogmatica sulla Chiesa di Cristo, a termine del XX Concilio Ecumenico, I Vaticano (1868-1870), indetto da Papa Pio IX (1792-1878, nato Giovanni Maria Mastai Ferretti, 255º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica) il dogma del Primato Papale e dell'Infallibilità Pontificia.
CAPUT I -DE APOSTOLICI PRIMATUS IN BEATO PETRO INSTITUTIONE
Docemus itaque et declaramus, iuxta Evangelii testimonia primatum iurisdictionis in universam Dei Ecclesiam immediate et directe beato Petro Apostolo promissum atque collatum a Christo Domino fuisse. Unum enim Simonem, cui iam pridem dixerat: Tu vocaberis Cephas, postquam ille suam edidit confessionem inquiens Tu es Christus, Filius Dei vivi, solemnibus his verbis allocutus est Dominus: Beatus es Simon Bar-Iona; quia caro, et sanguis non revelavit tibi, sed Pater meus, qui in cöelis est: et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversus eam: et tibi dabo claves regni coelorum: et quodcumque ligaveris super terram erit ligatum et in coelis: et quodcumque solveris super terram, erit solutum et in coelis Atque uni Simoni Petro contulit Iesus post suam resurrectionem summi pastoris et rectoris iurisdictionem in totum suum ovile, dicens: Pasce agnos meos: Pasce oves meas. Huic tam manifestae sacrarum Scripturarum doctrinae, ut ab Ecclesia catholica semper intellecta est, aperte opponuntur pravae eorum sententiae, qui constitutam a Christo Domino in sua Ecclesia regiminis formam pervertentes negant, solum Petrum prae ceteris Apostolis, sive seorsum singulis sive omnibus simul, vero proprioque iurisdictionis primatu fuisse a Christo instructum; aut qui affirmant, eundem primatum non immediate, directeque ipsi beato Petro, sed Ecclesiae, et per hanc illi ut ipsius Ecclesiae ministro delatum fuisse.

Si quis igitur dixerit, beatum Petrum Apostolum non esse a Christo Domino constitutum Apostolorum omnium principem et totius Ecclesiae militantis visibile caput; vel eundem honoris tantum, non autem verae propriaeque iurisdictionis primatum ab eodem Domino nostro Iesu Christo directe et immediate accepisse; anathema sit.
CAPUT II- DE PERPETUITATE PRIMATUS BEATI PETRI IN ROMANIS PONTIFICIBUS
Quod autem in beato Apostolo Petro princeps pastorum et pastor magnus ovium Dominus Christus Iesus in perpetuam salutem ac perenne bonum Ecclesiae instituit, id eodem auctore in Ecclesia, quae fundata super petram ad finem saeculorum usque firma stabit, iugiter durare necesse est. Nulli sane dubium, imo saeculis omnibus notum est, quod sanctus beatissimusque Petrus, Apostolorum princeps et caput, fideique columna et Ecclesiae catholicae fundamentum, a Domino nostro Iesu Christo, Salvatore humani generis ac Redemptore, claves regni accepit: qui ad hoc usque tempus et semper in suis successoribus, episcopis sanctae Romanae Sedis, ab ipso fundatae, eiusque consecratae sanguine, vivit et praesidet et iudicium exercet. Unde quicumque in hac Cathedra Petro succedit, is secundum Christi ipsius institutionem primatum Petri in universam Ecclesiam obtinet. Manet ergo dispositio veritatis, et beatus Petrus in accepta fortitudine petrae perseverans suscepta Ecclesiae gubernacula non reliquit. Hac de causa ad Romanam Ecclesiam propter potentiorem principalitatem necesse semper fuit omnem convenire Ecclesiam, hoc est, eos, qui sunt undique fideles, ut in ea Sede, e qua venerandae communionis iura in omnes dimanant, tamquam membra in capite consociata, in unam corporis compagem coalesceret.
Si quis ergo dixerit, non esse ex ipsius Christi Domini institutione seu iure divino, ut beatus Petrus in primatu super universam Ecclesiam habeat perpetuos successores; aut Roma num Pontificem non esse beati Petri in eodem primatu successorem; anathema sit.
Il Dogma del Prima Papale sancisce l'autorità apostolica del Vescovo della diocesi di Roma su tutte le Chiese cattoliche sia di rito latino sia di rito orientale questo perché San Pietro fu nominato da Gesù Cristo primo fra gli Apostoli (primato di Pietro) e fu il primo vescovo di Roma. Riferimenti scritturali:
[...] e lo condusse da Gesù. Gesù lo guardò e disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; tu sarai chiamato Cefa» (che si traduce «Pietro»).- Vangelo di Giovanni 1:42, Nuova Riveduta.
16 Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. 18 E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere. 19 Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli». - Vangelo di Matteo, XVI:16-19, Nuova Riveduta.
15 Quand'ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». 17 Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. -
Vangelo di  Giovanni XXI, 15-17, Nuova Riveduta.
CAPUT III - DE VI ET RATIONE PRIMATUS ROMANI PONTIFICIS
Itaque Nos traditioni a fidei Christianae exordio perceptae fideliter inhaerendo, ad Dei Salvatoris nostri gloriam, religionis Catholicae exaltationem et Christianorum populorum salutem, sacro approbante Concilio, docemus et divinitus revelatum dogma esse definimus: Romanum Pontificem, cum ex Cathedra loquitur, id est, cum omnium Christianorum Pastoris et Doctoris munere fungens, pro suprema sua Apostolica auctoritate doctrinam de fide vel moribus ab universa Ecclesia tenendam definit, per assistentiam divinam, ipsi in beato Petro promissam, ea infallibilitate pollere, qua divinus Redemptor Ecclesiam suam in definienda doctrina de fide vel moribus instructam esse voluit; ideoque eiusmodi Romani Pontificis definitiones ex sese, non autem ex consensu Ecclesiae irreformabiles esse.
Si quis autem huic Nostrae definitioni contradicere, quod Deus avertat, praesumpserit; anathema sit.
.Si afferma cosi che il Papa non può sbagliare quando parla ex-cathedra, ossia quale Episcopus Servus Servorum Dei proclamando un nuovo dogma o definendo una dottrina in modo definitivo come rivelata.

#cristianesimo #cattolicesimo #infallibilitàpontificia #conciliovaticanoI #18luglio1870 #religione

martedì 5 luglio 2016

'īd al-ṣaghīr - ʿīd al-fiṭr: la Festa Minore che Rompe il Digiuno

Il primo giorno del mese di Shawwal, si celebra laʿīd al-fiṭr (ﻋﻴﺪ ﺍﻟﻔﻄﺮ) la Festa di Rottura del Digiuno: è la 'īd al-ṣaghīr la Minore delle due Grandi Feste dell'anno islamico eppure la più sentita nella tradizione popolare.
Il riferimento al mese è di un mese lunare: nella tradizione islamica il mese ed il giorno iniziano con il tramonto del sole ed il sorgere della luna. Quindi solo quando la prima falce della luna compare a vista nel cielo il siyaam (il digiuno del mese del Ramadan) può essere interrotto perché solo allora è il primo giorno del mese di Shawwal.
Quando la Luna sorge allora si celebra la salat al-'id, la preghiera comunitaria della festa e dopo si interrompe il digiuno mangiando un dattero, così come è stato tramandato:
حَدَّثَنَا مُحَمَّدُ بْنُ عَبْدِ الرَّحِيمِ، حَدَّثَنَا سَعِيدُ بْنُ سُلَيْمَانَ، قَالَ حَدَّثَنَا هُشَيْمٌ، قَالَ أَخْبَرَنَا عُبَيْدُ اللَّهِ بْنُ أَبِي بَكْرِ بْنِ أَنَسٍ، عَنْ أَنَسٍ، قَالَ كَانَ رَسُولُ اللَّهِ صلى الله عليه وسلم لاَ يَغْدُو يَوْمَ الْفِطْرِ حَتَّى يَأْكُلَ تَمَرَاتٍ‏.‏ وَقَالَ مُرَجَّى بْنُ رَجَاءٍ حَدَّثَنِي عُبَيْدُ اللَّهِ قَالَ حَدَّثَنِي أَنَسٌ عَنِ النَّبِيِّ صلى الله عليه وسلم وَيَأْكُلُهُنَّ وِتْرًا‏.‏
L'Inviato d'Iddio (Dio lo benedica e gli dia pace) la mattina dell'Eid al-Fitr non sarebbe uscito [dal luogo di preghiera] senza aver prima mangiato qualche dattero, in numero dispari. - Sahih al-Bukhari 953, Book 13, ḥadīth 5.*
La mattina seguente all'alba, presso l'id-gah i fedeli, indossati gli abiti migliori, si riuniscono di nuovo per celebrare la salat al-'id, ed ascsoltare la khuṭba ( ﺧﻄﺒـة‎) pronunciata in lingua araba, un discorso rivolto alla congregazione dai riferimenti dottrinali.
Al termine della salat si scambiano abbracci ed auguri:
Possa Allah accettare le nostre e le vostre buone azioni!
تقبل الله منا ومنكم
Tornando a casa dalla Preghiera non si deve percorrere la stessa strada dell'andata, perché è scritto che:
حَدَّثَنَا مُحَمَّدٌ، قَالَ أَخْبَرَنَا أَبُو تُمَيْلَةَ، يَحْيَى بْنُ وَاضِحٍ عَنْ فُلَيْحِ بْنِ سُلَيْمَانَ، عَنْ سَعِيدِ بْنِ الْحَارِثِ، عَنْ جَابِرٍ، قَالَ كَانَ النَّبِيُّ صلى الله عليه وسلم إِذَا كَانَ يَوْمُ عِيدٍ خَالَفَ الطَّرِيقَ‏.‏ تَابَعَهُ يُونُسُ بْنُ مُحَمَّدٍ عَنْ فُلَيْحٍ‏.‏ وَحَدِيثُ جَابِرٍ أَصَحُّ‏
Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) : Il giorno di Eid aveva l’abitudine di variare il suo percorso. - Sahih al-Bukhari 986, Book 13, ḥadīth 35.* 
Due strade differenti sono percorse perchè nel Giorno della Resurrezione (Yawm al-Qiyama) possano entrambe testimoniare in favore del fedele la sua partecipazione alla 'īd al-ṣaghīr.
Nel corso della giornata si visitano parenti ed amici, si portano loro dei doni, condividendo cibo e dolci. Torti e permali sono dimenticati in un clima di pace e fratellanza che incoraggia al perdono.
In questo giorno è anche raccolta la zakàt-al-fitr, il cui valore minimo varia di anno in anno. La zakàt, od elemosina ai poveri, è uno dei Cinque Pilastri della Fede dell'Islàm. Zakàt è purificare la propria ricchezza donandone una parte.
īd al-fiṭr è una festa di gioia, nella quale si rende grazie a Dio per avere terminato il digiuno e per poter essere partecipi dei doni e delle grazie che Egli ha promesso a coloro che rispettano il precetto. 



*Gli ḥadīth sono aneddoti sulla vita del Profeta trasmessi oralmente poi raccolti e classificati secondo la tracciabilità della linea di trasmissione. Il Ṣaḥīḥ di al-Bukhārī (810-870) è la più importante delle sei raccolte di ḥadīth seconda solo al al-Qurʾān per importanza nella Fede).

Fonti:
al-Bukhārī, Ṣaḥīḥ al-Bukhārī. Book 13. Translation by Dr. M. Muhsin Khan in sunnah.com
Bausani A., L'Islam, Milano, Edizioni Garzanti, 1999.


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lunedì 4 luglio 2016

Luna Nuova

Bauernkalender, 1847
Il Novilunio ha luogo circa ogni 28 giorni (periodo di rivoluzione), con un influenzando energicamente uomo e cosmo per settantadue ore dal suo evento culmine.
Le energie con le quali agisce sono quelle del segno nel quale transita nel corso del ciclo sinodico, donando ai nati in quel segno, persone animali oggetti progetti contratti lavoro, una forte energia vitale.

Comparando religioni, culti, tradizioni si evince come la fase della Luna Nuova sia intrisa di valore simbolico e mistico universale.

Nel ricongiungimento astronomico della Luna con il Sole si legge il matrimonio simbolico tra maschile e femminile, l'unione tra gli archetipi della notte (la sensibilità) e quello della luce (la vitalità). 

Sottraendo orpelli ed identità ciò che rimane sono degli assoluti:
- la Luna Nuova vissuta come momento di trasformazione;
- la Luna Nuova vissuta come momento di
purificazione;
- la Luna Nuova vissuta come momento di guarigione impartita o auto-gestita;
- la Luna Nuova vissuta come momento di rigenerazione e risurrezione;
- la Luna Nuova vissuta come momento di meditazione- la Luna Nuova vissuta come momento di intensa e personale celebrazione del divino;
- la Luna Nuova vissuta come momento di inizio di un nuovo cammino spirituale, materiale, sociale, lavorativo.


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