venerdì 8 dicembre 2017

Cultus Deorum: Tiberinus/Tiberis e Tiberinalia

Il dio Tiberinus o Pater Tiberis come era invocato dai Sacerdoti del Culto Romano il dio fluviale del Tevere.
Leggenda vuole che Tiberinus (Silvius) fosse un mortale figlio di Ianus (l'Antico Dio Italico dai due volti del sole e delle transizionidella ninfa Giuturna (sorella di Saturno e Signora delle acque), oppure il nono dei leggendari re albani che annegò, per una ferita in battaglia o per distrazione, nel 916 a.C.E. nell'allora fiume di Albula poi rinominato in suo onore Tiberis (Tevere). Divenuto dio sposò Manto, figlia dell'indovino tebano Tiresia che costretta ad abbandonare la città nativa, cercò rifugio nella penisola italica. Sulle rive del fiume Tevere, Manto incontrò il giovane dio del fiume forte e buono, che viveva in un palazzo sotto l’acqua, ma che doveva cacciare e cavalcare per i boschi vicini. Dall'unione di Tiberinus e Manto nacque Ocnus, bello come la madre, robusto e generoso come il padre, che divenne il fondatore e primo re della città di Mantova (così chiamata in onore della madre).



L'iconografia di Tiberinus ha influenze ellenistiche: maschile, barbuto, vigoroso, le tempie cinte da una corona di foglie acquatiche, parte del busto e le gambe avvolte in un mantello. I vari attributi, quali un ramo frondoso, la cornucopia, il remo, la prua di una nave, alludono alla prosperità dovuta al fiume e alla sua navigabilità. Giace in posizione semi-distesa, appoggiato ad un'anfora simbolo della sorgente, da cui sgorga dell'acqua. 

Il culto al Pater Tiberinus (detto anche Coluber, serpente, per la tortuosità del suo corso e Serra, sega, per l’azione corrosiva che le sue acque esercitavano sulle sponde) è dovuto per il ruolo fondamentale del fiume nella storia e nell'economia della regione e della città. Tiberinus non solo era esercitava il terrore sulle genti per le disastrose inondazioni, ma riteneva oltraggiosa la costruzione di ponti atti ad imprigionare le sue libere e tortuose acque, eccezion fatta per i ponti in legno, che poteva abbattere a suo piacimento, e del ponte Sublicio  (da sublica, in lingua volsca, "tavole di legno")  fatto costruire dal quarto Re di Roma, il sabino Ancus Marcius (675 a.C.E. – 616 a.C.E.) nipote di Numa Pompilio. Esistevano regole ferree: proibizione assoluta di utilizzare impalcature di ferro, pratiche rituali che i pontefici dovevano officiare sia sulle rive che sul ponte stesso allorquando, per danni improvvisi o per normale manutenzione, si rendevano necessari lavori di riparazione.  Tra le cerimonie sacre celebrate quella del lancio nel fiume degli Argei, o pupazzi di paglia (forse in sostituzione di più antichi sacrifici umani).
Costruire ponti assunse così valenze sacrali tali da venir poi a designare i membri dei collegi sacerdotali, ed i pontefici. 

Il Dio veniva celebrato ogni anno l'8 dicembre con le Tiberinalia, cerimonie di purificazione delle acque e delle sorgenti.


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