giovedì 23 agosto 2018

Islamiyyat: īd al-aḍḥā ovvero la Festa del Sacrificio



ʿīd al-aḍḥā - عيد الأضحى - Festa del Sacrificio
'īd al-naḥr - عيد ﺍﻟﻨﺤﺮ - Festa dello Sgozzamento
ʿīd al-qurbān - عيد ﺍﻟﻘﺮﺑﺎﻥ - Festa dell'Offerta a Dio


Celebrata ogni anno 
nel periodo di tempo (waqt) compreso fra la fine della preghiera del mattino e l'inizio della preghiera del pomeriggio del decimo giorno (e nei tre giorni successivi) del dodicesimo mese lunare islamico di Dhū l-Ḥijja ذو الحجة,  giorno conclusivo del pellegrinaggio, hajj, alla Mecca (pellegrinaggio dalle origini pre-islamiche, in questo mese infatti gli arabi si recavano alla città sacra per rendere omaggio ad una pluralità di divinità tra cui il dio della pioggia. 


In questo giorno è svolto il sacrificio di un animale per ricordare il sacrificio del montone effettuato dal profeta Ibrāhīm in sostituzione del proprio figlio Ismāʿīl, figlio di Hāgar (nella tradizione islamica è Ismaele che doveva essere sacrificato a Dio dal padre Abraamo e non Isacco come narrato nella tradizione giudaico/cristiana nell'Antico Testamento, libro della Genesi capitolo 22). 

È quindi per eccellenza la festa della fede e della totale e indiscussa sottomissione a Dio, e con il sacrificio si vuole ringraziare 'Allah per tutti i doni concessi.
L'osservanza della Festa del Sacrificio è considerata sunnah mu'akkadah è cioè una consuetudine praticata dal Profeta Muḥammad  fino ad oggi da ogni appartenente all'Islam e che ne identifica lo stato di appartenenza. Non praticare il Sacrificio è considerato makruh مكروه ovvero un atto detestabile, significa ridicolizzare la fede nell'Islam e non ottenere l'intercessione del Profeta. Viceversa coloro che celebrano l'ʿīd al-aḍḥā otterranno thawab, la ricompensa per le buone azioni. Per coloro che seguono l'Islam Sunnita Hanafita (costituita verso la fine dell'VIII secolo C.E. e praticato in paesi come Turchia, Giordania, Iran Orientale, Afghanistan, Pakistan, India,  Bangladesh, ex-Jugoslavia) partecipare all'ʿīd al-aḍḥā è wajib فريضة‎ , obbligatorio.

Gli animali che possono essere sacrificati in questo giorno debbono rispettare delle caratteristiche precise dettate dalla sharīʿa e sono detti uḍḥiya (أضحية‎),  non è posibile donare il denaro corrispondente ad un animale da sacrificio in beneficenza in sostituzione del sacrificio vero e proprio:
 - l'animale da sacrificio preferito è l'animale più pregiato quindi si preferisce il cammello alla mucca al montone alla pecora e lo si preferisce maschio e non castrato, ma ciascuno di questi animali può essere egualmente sacrificato. Più famiglie che esprimano chiara intenzione di celebrareʿīd al-aḍḥā possono unirsi per condividere un bovino od un camelide;
- l'animale deve essere fisicamente integro ed adulto.
La giurisprudenza islamica ritiene un animale adulto quando sono cresciuti i denti anteriori permanenti. Nello specifico gli ovini debbono aver compiuto un anno di età, i bovini debbono aver completato i due anni di età ed essere etrati nel terzo anno, i camelidi aver compiuto cinque anni. Sono considerati non integri animali privi di arti, con ossa rotte, zoppi, privi di occhio o con occhi malati, con orecchio bucato o mutilato.
-  l'animale può essere maschio femmina castrato od intero;
- l'animale non deve essere maltrattato mentre è condotto al macello;
- l'animale deve essere sdraiato sul lato destro rivolto alla qiblah (in direzione della Mecca) e su di lui l'officiante deve recitare il takbīr,  Allāhu akbar  - الله أَكْبَر. - forma abbreviata di Allāhu akbar min kulli shay - Allah è più grande di ogni cosa.
- l'animale deve essere ucciso mediante sgozzamento con un coltello molto affilato ed una unica recisione delle due vene giugulari, della trachea e dell'esofago, così che la morte sopraggiunga in brevissimo tempo ed il sangue vada alla terra seguendo le norme previste dalla legislazione giudaica e coranica, perché il sangue è considerato impuro ed è proibito mangiarne;
 - il sacrificio è compiuto da un uomo, in stato di purità rituale (ṭahāra - ﻃﻬﺎﺭة) che non abbia tagliato le unghie o si sia raso dal primo giorno del mese di Dhū l-Ḥijja,  . Chi esegue il sacrificio per conto di altri non dovrebbe pronunciare il nome della famiglia mentre esegue uccide l'animale, ma solo indicarne l'intenzione con il cuore.
Lo stato di purità rituale si raggiunge attraverso il wuḍū وضوء , l'abluzione parziale indicata per l'impurità minore, hadath asghar, che comporta lo strofinarsi con acqua pulita (o in mancanza sabbia o povere secca di materia inerte) le braccia fino al gomito, i piedi fino alle caviglie, la nuca,  la testa e tutte quelle aperture attraverso le quali può essere entrato il peccato: bocca, naso, orecchie e occhi. Invece in caso di impurità maggiore, hadath akbar, si dovrà ricorrere al ghusl ﻏﺴﻞ un'abluzione totale del corpo.
- prima di procedere alla ripartizione della carne, il corpo dell'animale sacrificato deve essersi raffredato.
La carne dell'animale è divisa in tre parti uguali: una parte è consumata subito tra i familiari, la seconda parte è conservata e consumata in seguito e la terza viene destinata ai poveri della comunità, che non hanno i mezzi economici per acquistare un animale per il sacrificio.

Non sono considerati come non aventi i mezzi economici coloro che possiedono ricchezza pari al prezzo dell'animale in eccedenza del bisogno della sua famiglia per i giorni di Eid e di tre giorni seguenti; coloro che possono ottenere i soldi per pagare l'animale accendendo un prestito; coloro che hanno la somma di denaro necessaria ma ne hanno bisogno per altre necessità.



Tutta la comunità islamica ovunque si trovi partecipa a questo sacrificio, in connessione con coloro che hanno potuto osservare veramente il pellegrinaggio alla Mecca, così facendo è come se anche coloro che no hanno potuto recarvisi fossero lì nella città sacra.


Fonti:
A.Bausani, L'Islam, Milano, Garzanti, 1980.
G.Vercellin, Istituzioni del mondo musulmano, Torino, Einaudi,1996.
Mufti Aasim Rashid, Essentials of the Eid Sacrifice, Al-Ihsan Institute.


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