Mundus. Lingua latina. Sostantivo maschile: universo, mondo abitato, terra, inferi. Aggettivo: pulito, privo di impurità.
Cereris = di Cerere, dea romana della terra, dell'agricoltura, e della nascita.
Cereris = di Cerere, dea romana della terra, dell'agricoltura, e della nascita.
I Riti Misterici del mundus Cereris erano svolti dalle sacerdotesse delle dea Cerere in tre soli giorni all'anno (24 agosto, 5 ottobre, 8 novembre quando i morti potevano tornare nel mondo dei vivi, ed il mondo dei vivi comunicare con quello dei morti) ed avevano uno scopo purificatorio, propedeutico alle feste dei giorni (Opiconsivia) e mesi successivi (Saturnali e Natale del Sole Invictus); iniziatico; ctonio (culti e pratiche taumaturgiche o sciamaniche legate alla vita dopo la morte ed al ciclo delle stagioni). In questi giorni di mundus patet (patet = accesso aperto) al mundus Cereris tutti i templi della città erano chiusi, nessun altro rito o devozione era celebrata, nessun matrimonio era officiato, nessuna guerra o battaglia combattuta.
I Riti erano celebrati nel Mundus, un tempio sotterraneo, la cui forma era quella di un utero rovesciato, posto all'interno del Santuario della Dea. Le Sacerdotesse interrogavano gli spiriti dei morti e gettavano le offerte di fruges, cereali sacri a Cerere, nel profondo Pozzo (luogo di unione tra il Mondo di Sopra ed il Mondo di Sotto) scavato là dove si incrociano i due assi ortogonali che gli antichi romani chiamarono decumanus e cardo, lungo i quali si sviluppava il piano urbanistico della città. Il pozzo era ricoperto da una volta (simbolo del cielo e dell'universo) e chiuso da grandi lastre di pietra, le lapis manalis, che erano spostate prima del culto e che impedivano ai Mani di uscire nel mondo dei vivi.
I Riti erano celebrati nel Mundus, un tempio sotterraneo, la cui forma era quella di un utero rovesciato, posto all'interno del Santuario della Dea. Le Sacerdotesse interrogavano gli spiriti dei morti e gettavano le offerte di fruges, cereali sacri a Cerere, nel profondo Pozzo (luogo di unione tra il Mondo di Sopra ed il Mondo di Sotto) scavato là dove si incrociano i due assi ortogonali che gli antichi romani chiamarono decumanus e cardo, lungo i quali si sviluppava il piano urbanistico della città. Il pozzo era ricoperto da una volta (simbolo del cielo e dell'universo) e chiuso da grandi lastre di pietra, le lapis manalis, che erano spostate prima del culto e che impedivano ai Mani di uscire nel mondo dei vivi.